Ethel, il negozio del destino e quel giorno che le cambiò la vita
Ethel
è una signora minuta, di mezz'età del Sud America. Saggia, benevola, vende cappelli e ha un suo laboratorio artigianale. Riservata quando si tratta di carpirle notizie del passato precisa
che è da diverse decadi in Italia. "Sa: quando c'era il boom economico trent' anni fa pareva che tutto quello che toccassi avesse il potere di trasformarsi in oro. Che bellezza. La crisi ha portato un nuovo vento. Questo però non deve far demordere le aspettative delle persone. Ci sarà maggiore necessità di stringere i denti, diventare rocce e sviluppare un pensiero: essere i protagonisti unici della nostra esistenza, senza pensare che gli altri potrebbero venirci incontro. Solo così potremo realizzare noi stessi". Da dieci anni a Trestina, con il tempo si è reinventata un'esistenza. "Un giorno mi è stato commissionato dal proprietario di un negozio un cappello.
L'ho fatto, gliel'ho portato e me ne hanno ordinati tanti altri.
Avevo scoperto di avere un'altra vocazione".
Cui Ethel ha risposto al volo. I doni che Dio ci dà, d'altra p
arte non vanno forse tutti sfruttati appieno?
"Ho sempre creato cappelli con materiali nobili quali lana, seta damascata e pelle".
Vive di questo lavoro e lo afferma con orgoglio. Due figli,
uno all'università "Vorrebbe fare il giornalista" il secondo, 30 anni fa la spola tra Trestina e Londra dove vende oggetti come catene con alpaca e pietre dure.
Un altro appassionato artigiano lavora inoltre il fimo un materiale sudamericano con cui realizza vivaci ferma-capelli.
I cappelli vanno da 30-35-40 euro però ci sono
anche scarpine per neonati e bimbi piccoli da 20 euro rivestite in lana.
"Non mi pare un prezzo eccessivo. Democratico per tutti".
Anna Maria Polidori
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