Sunday, January 21, 2024

Buon Sangue non Mente di John Betti

Chi non ha mai letto il Pinocchio di Carlo Collodi?


Un classico della letteratura infantile.


Pinocchio è un mentitore professionista, uno che non può fare a meno di raccontare bugie: del tutto insensibile ai richiami paterni o a quelli della Fata Turchina e del grillo parlante. Vuole fare di testa sua!


Mentendo Pinocchio ha avuto un'opportunità straordinaria: fare esperienza, così da poter discernere il bene dal male. Per arrivare a questo punto, però quante straordinarie e mirabolanti avventure:  Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe,  Lucignolo e il Paese dei Balocchi, da dove torna come un asino: soggiorna nel ventre di una balena. 


La favola ci fa notare che le bugie causano solo mali, pessimi incontri e guai a non finire. Ricorderete che la favola di Pinocchio si conclude felicemente.


È da qui che riprende il racconto con Buon Sangue non Mente


John Betti in una favola moderna realizzata con il patrocinio dell'Accademia delle Bugie- Le Piastre  e pubblicata da Festina Lente Edizioni.


Cominciamo col dire che la storia non è ottocentesca, ma attualizzata ai giorni nostri.


Pinuccio è il figlio di Pinocchio. Un bambino molto più tenero e buono del padre che non ha mai dato alcun problema.


Un giorno, dicendo una bugia bianca alla mamma, gli si allunga il naso. Orrore!

La stessa "malattia" del babbo?! E adesso che cosa fare?

Il libro è spassosissimo. Personalmente mi è piaciuta da morire la scena a casa del sindaco, ma il povero Pinuccio dovrà pure confrontarsi con compagne di scuole cui, se dirà la verità sa a che cosa potrà andare incontro. 


Un giorno succede un fattaccio a scuola, Pinuccio vede chi ha causato i danni, lo dice e purtroppo subisce una ritorsione...



I genitori sono preoccupatissimi e lo fanno visitare praticamente da ogni possibile sapiente di questo mondo: Pinuccio capisce che la faccenda è seria, i suoi in più litigano. Decide di andare via di casa. 



Incontra un moderno Mangiafuoco, lo stesso che aveva conosciuto il suo babbo, ma in una versione "rivista",  che vorrebbe cinicamente fare un vagone di soldi con lui trasformandolo in un fenomeno da baraccone per questa sua caratteristica. Pinuccio se la darà a gambe levate non appena Mangiafuoco si dirigerà in un'altra stanza.


Visiterà pure lui con certi amici incontrati strada facendo un Paese singolare: quello del Parepiace. In realtà questo luogo si rivelerà un incubo per il povero Pinuccio che finirà per essere inseguito dai suoi "amici" incontrati solo poche ore prima. 


Un gran salto e finisce pure lui nelle fauci di una sorta di balena, moderna pulitrice dei mari, scappando via al volo!


Chi risanerà il povero Pinuccio sarà zia Celestina. Insomma: tutto è bene quel che finisce bene!



Il libro è simpaticissimo. Sono certa che i bambini lo troveranno più che spassoso. È adeguato ai loro tempi in ogni senso: ci sono i bulli a scuola, c'è chi vorrebbe sfruttare l'immagine di Pinuccio, ci sono le visite mediche per capire di che razza di "malattia rara" soffra il bambino, ci sono gli specialisti di ogni possibile settore, c'è una balena sì, ma creata dagli uomini affinché possa ripulire i mari, c'è zia Celestina che è una maga assai moderna, e, a differenza della versione di Collodi in cui Pinocchio rivedrà Lucignolo e gli parlerà da amico ad...asino, Pinuccio non rincontrerà più le orribili persone che lo avevano trascinato nel paese di Parepiace. 


Parepiace è un posto molto più spaventoso e violento di quello dei Balocchi. Nel Paese dei Balocchi  l'unica colpa era divertirsi senza altri pensieri, mentre qua la violenza verbale e fisica la fa da padrona: tornano i bulli, torna la prepotenza a rimarcare il segno dei tempi. Tempi, purtroppo non più belli e sereni come quelli di una volta per le nuove generazioni.



È un libro che non ci restituisce l'incanto della favola di Collodi, perché allora, saremmo nel 1800: ci porta a considerare la nostra società, con le sue irrazionalità, con le sue bellezze e pesanti contraddizioni, lanciando un monito ambientale ben pesante: la balena non è più il misterioso, meraviglioso mammifero di cui hanno parlato grandi scrittori quali Melville e Collodi, no ma è diventata un essere, meglio, uno strumento nato per ripulire mari ed oceani dall'immondizia.


Che mondo poco romantico è stato creato, lasciatemi scrivere, ma sintetizzato con profondo acume da Betti, che il mare, essendo di Fano, lo conosce bene. 

Al termine della lettura ci sarà molto su cui riflettere e come sempre invito i genitori ad intavolare discussioni con i loro bambini, magari analizzando tanto il Pinocchio di Collodi che la versione di Betti per coglierne somiglianze e differenze.



Bravo John Betti!



Anna Maria Polidori