Thursday, December 14, 2023

La Gioia di Danzare di Nicoletta Manni

 La Gioia di Danzare 


edito da Garzanti è un libro spettacolarmente bello scritto da

Nicoletta Manni etoile della Scala di Milano da poche settimane. Questa la sua è una biografia raccontata con estrema dolcezza, sensibilità e modestia.

Tanti successi e grandi sacrifici tra i quali aver abbandonato la terra natìa per Milano. 

Sacrificio è la parola più potente e significativa del balletto. Ne coglie l'essenza, ne spiega il significato più intimo e bello.

Nata per ballare, sua madre insegnava e insegna danza classica, la piccola viene portata a scuola durante le lezioni  e...non le pare il vero! Come ballano bene quelle ragazze! Vuole farlo pure lei. La madre non ci vede nulla di male a iscriverla e scopre ben presto che ha talento. Verso i 12 anni Nicoletta tenta l'ammissione presso la scuola di danza dell'Accademia della Scala con successo.

Il mestiere di ballerina in realtà è estremamente complesso e non si ferma in sala prove, ma evolve, matura. È una condizione sia fisica che mentale. La vita diventa la danza sebbene Nicoletta racconti come con suo marito Timofej, primo ballerino alla Scala, tenti di staccare per qualche ora. Quasi impossibile se si pensa che ogni mattina al risveglio questi corpi tirati al massimo offrano loro un dolore generalizzato.   

È importante ascoltare il nostro corpo,  scoprirne i malesseri spiega la Manni così come tenere sotto controllo la soglia del dolore. Questa può fare la differenza nel bene e nel male, infortuni inclusi.

L'etoile analizza tanti balletti, raccontandone la genesi  e poi le sfide che ha dovuto affrontare per entrare nella parte. Durante la preparazione del suo primo Romeo e Giulietta, era appena scoppiata la storia d'amore con Timofej Andrijashenko suo collega. 

Sentimenti forti, sentiti, percepiti chiaramente dal pubblico, senza sapere che i due si erano appena innamorati rendendo ancora più bella la rappresentazione, che conteneva la genuinità della vita e la potenza del vero amore.

Nell'Onegin, la Manni fa sue le rinunce di Tatjana pensando a quanto abbia sacrificato lei stessa per raggiungere il ruolo che ricopre. 

Interessante l'analisi di Odette e Odile, le protagoniste del Lago dei Cigni. Odette è solare, innamorata del principe che vorrebbe salvarla, genuina. Odile offre una lettura molto più sensuale, scaltra, una femminilità più pronunciata e votata alla conquista, che farà capitolare il poveretto. Bisogna sdoppiarsi e tanto i passi, quanto l'emotività delle due protagoniste devono essere rese nel migliore dei modi.

Di Giselle ha un ricordo tenero perché rinuncia allo Staatsballett di Berlino, per tornare a Milano richiamata da Makhar Vaziev, a quel tempo a capo del corpo di ballo della Scala.

Da Olga Chenchikova, moglie di Vaziev che l'avrebbe preparata per Giselle, rammenta d'aver imparato tante cose che riteneva assodate, ma che invece andavano riscritte mentalmente.

Timofej Andrijashenko, racconta Nicoletta è diventato ballerino per...caso.  A scuola era vivacissimo e suo padre, un uomo rigoroso, stanco di questo figlio così esuberante decise che doveva correre ai ripari. Lo iscrisse a una scuola di balletto così da fargli mettere la testa a posto. Da questa "punizione" è scaturito un...lavoro.

La danza è una crescita continua. Quando pensi d'aver imparato qualcosa, arriva una persona che rimette tutto in discussione. Carla Fracci e la sua master class su Giselle è stata rivelatrice per Nicoletta. Durante quella sessione la Fracci dice alla Manni: «Sii meno ballerina. Abbi più passione, più pietà.» Da lì Nicoletta comprende che deve concentrarsi maggiormente sui sentimenti della protagonista per accompagnarla poi con i passi, perché"L'arte accade quando la tecnica scompare." 

Nel libro vengono descritti i lockdown, la sofferenza dello stare tappati in casa, degli esercizi quotidiani, della preparazione degli spettacoli, dei contagi che pareva mettessero in forse le rappresentazioni. 

Ha parole bellissime per Roberto Bolle. Un amico e un collega divertente, testimone di nozze al suo matrimonio. Un danzatore estremamente serio e professionale. "Sempre il primo ad arrivare in sala prove, sempre l’ultimo ad andare via, non l’ho mai sentito pronunciare frasi come «sono stanco» o «non ce la faccio più», «ora basta»" aggiungendo: "...la grazia dei suoi movimenti, che con tanta fedeltà rispecchia quella del suo sorriso, è il frutto di una volontà di ferro, esercitata giorno dopo giorno, per anni, senza concessioni e senza cedimenti. Osservarlo al lavoro offre, da sé, una magistrale lezione."

Che cos'è il corpo di un danzatore? Per la Manni  "è prima di tutto uno strumento di lavoro la cui peculiarità è rendersi permeabile ai sentimenti, alle emozioni, alle intenzioni dell’uomo o della donna che interpreta....Poco impor

ta quanto quei sentimenti, quelle emozioni e quelle intenzioni siano lontani da noi: l’unica cosa che conta è rendersi disponibili, assorbirli, farli propri, perché in fin dei conti un buon danzatore è un fluido che assume la forma del vaso che lo contiene."



Consiglio questo libro a tutti gli appassionati di danza classica, e anche a chi voglia comprendere questo mondo che cela dietro parole importanti e impegnative come: forza, potenza, rigidità, severità, sacrificio, impegno, dedizione, costanza. Forse è proprio per questo che, di tutti i comparti dello spettacolo il balletto è e resta il più serio, sano e rigoroso. Imprescindibilmente dal ruolo che i danzatori hanno, ogni giorno la loro routine è costellata da un lavoro fisico estenuante e gratificante al tempo stesso, condito da grande serietà, passione, amore e slancio.



Anna Maria Polidori 







 











Wednesday, December 06, 2023

La direttrice d'orchestra di Maria Peters

 La Direttrice d'Orchestra


di Maria Peters, da cui è stato tratto il film che avevo visto l'anno scorso rammento di questi tempi, è un libro breve ma intenso, che traccia la storia di una donna avveniristica, perché ha puntato i piedi ed ottenuto quel che voleva: pensate, nientemeno diventare una direttrice d'orchestra, in un mondo, (la storia parte nel 1926) dove non c'erano spazi per le donne. 

Nasce come Willy, Antonia, vive a New York, in un condominio. Il padre è spazzino, la madre, casalinga, le fa mangiare cibi vecchi di tre giorni. Willy lavora in un teatro come maschera e poi fa la dattilografa. Ha la passione per la musica, suona il piano e vorrebbe andare al conservatorio.

In un giorno perde entrambi i lavori che la sostengono, ma, girovagando per le strade si imbatte in un locale ed in Robin e un gruppo di ballerine. Decide di suonare per loro.

Guadagna meglio, così dà alla madre sempre la stessa somma di denaro, accantonando il resto per il conservatorio dove vorrebbe entrare. Al tempo stesso conosce un ragazzo molto bello, Frank Thomsen, ricco ed influente. Lui si sente molto attratto da lei. Willy però è titubante. Vede l'abisso che li separa. Le difficoltà giornaliere che vive lei, la casa dove abita, gli abiti che indossa...Lui ha una casa immensa, la vita gli sorride.

Willy una sera torna a casa e scopre che la madre ha saputo del licenziamento a teatro. Così, quella donna avara, ostile, che ha trovato i soldi che Willy le aveva nascosto, prendendoglieli tutti le rivela di non essere, in realtà la sua madre biologica. E di averla ben poco tollerata, anche.

Willy è sconvolta. Non aveva la mamma più perfetta del mondo, ma alla fine chi se ne frega...Ora questo...Suo padre le spiega che le cose stanno davvero così: è stata acquistata in Olanda, poi  i due sono venuti con lei a New York.


Antonia Brico, questo il suo vero nome, decide allora di andare in Olanda per scoprire la verità su sua madre. La storia d'amore con Frank decolla e la ragazza, più innamorata che mai promette che tornerà appena trovate le informazioni del caso.

Ma si sa: Antonia cova un amore forse pure più grande di quello per Frank: la musica e così ad Amsterdam viene raccomandata d'andare a Berlino dove diventerà direttrice d'orchestra.

Frank intanto non si dà pace. Antonia non gli sta scrivendo, però la ragazza si sente con Robin.


Un giorno Frank la raggiunge ma il colloquio non è molto bello: Antonia gli ribadisce che vuole restare libera, se si mettesse con lui addio ambizioni.

Frank torna in America. Antonia comincia a pensare d'aver fatto una fesseria, in particolare quando Robin le scrive che Frank si è fidanzato con Emma. Antonia entra nel panico più puro. Torna a scrivergli ma lui non legge le lettere.


La ragazza dirige con successo la Berliner Philharmoniker e sbarca nella costa ovest degli Usa. Ritorna in America per un concerto al Met. Trova molte opposizioni ma anche tanti aiuti insperati che verranno da chi la continua ad amare nonostante l'abbia persa per la musica.


Un libro intenso, bello, fatto di "eroi musicali" che via via scenderanno dai piedistalli mentali dove li aveva posti Antonia quando più giovane e ingenua.

Antonia scopre infatti che tutti i più influenti direttori d'orchestra vorrebbero farla desistere dai suoi propositi di concretezza, sofferenza, cocciutaggine e rinunce.


Antonia è una donna fragile e forte al tempo stesso. Una vera amazzone che ha saputo sfidare i tempi e tenere testa agli uomini. Non è stata cosa di poco conto. Ha sofferto perché inseguire le passioni significa lasciare qualcosa indietro inevitabilmente. Ha inoltre compreso che mai e poi mai una direttrice d'orchestra sarebbe stata vista come gli uomini, altra ragioni di risentimento e di lotta.


Una lotta appoggiata anche dalla first lady Eleonor Roosevelt, una donna che si è sempre battuta per le pari dignità tra uomini e donne.


Ho acquistato il libro da Club per Voi, della Mondolibri.Senza esitare un attimo. Avevo visto il film, ricordavo il personaggio. Mi aveva colpito al cuore. 


Anna Maria Polidori 



La Vita di Un Apprendista Elfo di Ben Miller, tradotto da Adria Tissoni

 Ho scelto di leggere La Vita di Un Apprendista Elfo


di Ben Miller, tradotto da Adria Tissoni edito da Garzanti perché credo negli elfi e sono più che certa che ne abbiamo uno in casa. 

Così leggere questo libro è stato bello. Certo: se ci fossimo immersi di più nell'atmosfera natalizia, lasciando da parte delinquenti, galere, nemici di Babbo Natale e il libro avesse virato verso un regno fatato di pace, non modernizzando troppo, avrei apprezzato di più. Ma questo libro per bambini è lo specchio dei tempi: non ci può essere pace e è escluso che le storie vengano costruite per donare solo calma e rilassatezza. Penso che, almeno in questo periodo dell'anno possa essere dato spazio ai buoni sentimenti, lasciando lo stridore della vita, almeno per una volta, fuori. 

Mi vien voglia di scrivere: in che brutta società viviamo se non siamo più capaci di regalare belle storie per i bambini.


Il racconto comincia bene: Toc è un elfo simpatico di 16 anni, ma ne ha tanti più di noi. Al momento non ha lavoro e ha fatto richiesta per poter diventare un elfo giocattolaio di Babbo Natale. Alla fine la sua domanda viene accettata però....

C'è qualche cosa che non quadra. Ci sono furti e lui stesso verrà incolpato d'aver trafugato giocattoli...Non solo: assieme alla figlia di Babbo dovrà tentare di salvare il Natale da chi vorrà organizzare invece un maxi furto di regali proprio la notte della vigilia, lasciando i bambini senza doni!


Una favola moderna, figlia dei tempi, con tanto di droni invisibili.


La copertina è fantastica !


Anna Maria Polidori