Che belli dovevano essere i romantici navigli della Milano che fu
Il 10 febbraio ho intervistato Erica Arosio, ex giornalista di Gioia! settimanale tra i più conosciuti in Italia. Avidissima
divoratrice di films e libri, ha scritto per decine di riviste
prestigiose sul cinema tra cui citiamo solo per menzionarne una:
Cineforum e intervistato pensiamo senza essere smentite dall'interessata
tutti i possibili più grandi divi italiani e esteri.
"Ho chiesto il pre-pensionamento, voglio darmi alla scrittura a tempo pieno"
ci ha detto tempo fa.
Autrice di due libri:
L'uomo sbagliato
e
Vertigine
il secondo è nato a quattro mani con
Giorgio Maimone
altra firma eccellente di Gioia!
La mia prima intervista via Skype. Che emozione! lasciatemelo scrivere, abbiamo parlato con Erica per oltre un'ora.
All'incontro avrebbe dovuto partecipare anche Giorgio Maimone per 30 anni caporedfattore del Sole 24 Ore. Erica ci teneva tanto. Purtroppo Maimone è rimasto bloccato sul tram causa un violento acquazzone e ha avvisato che non ce l'avrebbe fatta a arrivare in tempo.
"Non fa niente Erica
dài. Andrà bene lo stesso. Quando avete cominciato a collaborare insieme?
Quando ho scritto il mio primo libro "L'uomo sbagliato". Lo feci leggere a Giorgio (che collabora con Gioia! e scrive di
libri e cd). Mi disse che lo trovava troppo sintetico. Mi propose di
rivederlo insieme. Di sviluppare alcune tematiche che avevo toccato ma
non troppo sviluppato. Insomma cominciò a darmi consigli. Grazie
ai suoi suggerimenti L'uomo sbagliato, ormai arrivato alla quarta
edizione e tra poco in paperback è apparso più morbido e sincopato.Una
volta consegnato il manoscritto all'editore gli ho parlato di Vertigine
e di questa triade di personaggi che mi frullavano in testa da un pò di
tempo. Greta il giovane avvocato, Iole, l'amante dell'uomo morto e Tom il misterioso uomo che arrivava da lontano.
Allora Giorgio non s'è lasciato sfuggire l'occasione di dirmi di ambientare la storia in un'epoca passata.
È così che è andata. In seguito mi è venuto in mente il personaggio di
Marlon, il detective. La storia in caso contrario avrebbe assunto
connotazioni fin troppo seriose".
Lo
diciamo a Erica: il nostro preferito. La
leggiadria di Marlon la sua bonarietà, il suo essere il perfetto
Cicerone di Milano, della Milano dei locali, della Milano delle strade
storiche, della Milano socievole, chiacchierona e bonaria, lo rende
assolutamente il personaggio più amabile almeno dal mio punto di vista,
di tutto il romanzo. E quello, se vogliamo più tenace di tutti per la
felice risoluzione del caso criminale.
Perché il 1958? Che cosa aveva di così speciale Milano in quel periodo?
Milano
era in pieno fermento e poteva diventare tutto. Al tempo stesso
assistevamo all'American Way of Life con le donne casalinghe tutte
sorridenti e soddisfatte della loro vita. Trucco e capelli a posto,
emblema delle cartoline e dei posters dell'epoca. Mentre un'immagine
così rassicurante campeggiava un pò ovunque una certa cultura, la Beat
generation si stava affacciando e affermando all'orizzonte e poi più
avanti il vento selvaggio del rinnovamento avrebbe portato al 1968 e
alla rivoluzione culturale femminile. Il mondo, Milano e l'Italia erano
in costruzione
Perché è così speciale Milano Erica? Me la descrivi?
Milano
la scopri a poco a poco. Non ha la bellezza sfacciata e eclatante di
Roma. Ha un fascino nascosto. La scopri passeggiando. Tutte le vecchie
case hanno degli stupendi cortili al loro interno. Sebbene a primo
acchito i palazzi a pian terreno appaiano perfino brutti, scoprirai a
poco a poco abbaini, luoghi suggestivi e unici.
Un quartiere operaio è l'Isola. Poi c'è Brera dove si trova la mia scuola il Parini, dove ho studiato.
I
Navigli sono quasi del tutto scomparsi e che peccato! Marlon li
racconta. Erano una delle attrattive principali di Milano. Sì vero è
rimasta la Martesana ma ad esempio il laghetto di via San Marco è
scomparso.
Ci
arrivavano i barconi con i rotoloni di carta per il Corriere della Sera
che li riceveva dalla Cartiera Burgo di Corsico per le sue rotative.
Milano era vita produttiva, mercati. La Pinacoteca di Brera,
Villa Necchi,
(la villa della famiglia Necchi, proprietaria della fabbrica di
macchine da cucire) luogo che ora è possibile visitare. Bellissima
dimora così come tante altre ville private.
La Torre Velasca
ha rappresentato invece la Milano del boom economico.
Nei
films degli anni '70 è lei che la fa sempre da padrona. Poi ci sono una
miriade di bar, ritrovi e ristoranti che abbiamo descritto nel libro
come il Jamaica, ancora tutti aperti e rimasti intonsi nonostante lo
scorrere del tempo.
Carlo Orsi Jamaica |
Quanto è diversa la Milano del 1958 da questa attuale?
Milano a quel tempo era molto più "milanese".
Cominciava
è vero l'emigrazione della gente del Sud ma non era ancora una città
multi-etnica. Sai, sono cambiati gli odori. Nel '58 c'era lo smog a
causa delle fabbriche.
Adesso
Milano è una città pulita. I palazzi ripuliti a restaurati. Vetrine
meravigliose. Un tempo non c'era consumismo. I negozi avevano molti meno
prodotti. Certo era una città più ospitale e c'era soprattutto una
grande mescolanza di classi sociali.
Ora non più.
Ora non più.
Al
giorno d'oggi se uno nasce ricco, frequenterà le scuole dei ricchi e
l'ambiente dei ricchi e mai e poi mai si mischierà alle altre classi
sociali perché non ne avrà l'opportunità. Non è assolutamente più come
una volta. Oggi ci sono barriere più invalicabili di quelle di un tempo.
Abbiamo internet che democraticamente ci mette tutti in connessione....
Internet è stato un bel fenomeno però rimane virtuale.
E dove non c'è reale scambio di vedute e di vite è impossibile comprendere. Vero Erica. Torniamo a Milano....
Trovo che la città adesso abbia più paura. Piena di grattacieli mentre prima c'erano palazzi di appena sei-sette piani.
I lati positivi della tua città?
La
produttività e l'operosità. Ci sono enormi produzioni importanti. I
milanesi milanesi ormai sono ben pochi. Piazza Duomo è diventata il
luogo di frequentazione di ecuadoriani e peruviani.
Quali sono i mercati più importanti che avete a Milano?
Tantissimi.
Ci sono poi i mercatini dell'usato dove è passibile incontrare
architetti e giovani che cercano pezzi per arredare l'abitazione in modo
originale e retrò. Poi le gallerie d'arte, il Salone del Mobile. Milano
sta diventando molto di più un volano di questo settore che della moda
ormai.
Abbiamo
intenzione di continuare a raccontare questa Milano anche nei prossimi
libri così da permettere al turista di portare Vertigine con sé come
fosse una guida della città.
Quanto sesso nel vostro romanzo. Un vero protagonista tra i protagonisti.
Se
devi raccontare una persona lo farai raccontando tutto di lei. Come si
veste, chi è, il suo aspetto fisico. Racconterai pure la relazione che
intercorre con il suo corpo e il sesso. Marlon ad esempio è superficiale
nelle relazioni che ha con le donne.
Noi lo abbiamo trovato infatti spassoso, giocoso, confuso, un pò inconcludente e sfigato. Greta e Tom invece...
Tutta
un'altra storia. Tom sviluppa un atteggiamento aggressivo nei riguardi
del sesso. Greta non perdona se stessa di non ricordare che cosa accadde
un certo giorno di tanti anni prima. Vive il suo rapporto con la
corporeità serenamente quando è avvocato. Ha costruito una corazza.
Quando però succede qualcosa al di fuori del lavoro che la spiazza la
corazza si sbriciola e riemergono i vecchi problemi. Da qui
l'autolesionismo e il suo pessimo rapporto con il sesso. Fatalmente le
sue mancanze si scontrano con quelle di Tom. Un altro aspetto che ci
tenevamo a voler evidenziare erano le caratteristiche delle donne degli
anni '50. Chi era in realtà la donna? Una succube, che non doveva
provare necessariamente piacere stando con un uomo e che ancora non era
indipendente. "Sii buona, tu devi solo startene tranqulla, se senti
qualcosa bene sennò non preoccuparti" ripetevano le mamme alle figlie.
Le donne non avevano alcuna educazione sul sesso. Quando avevano il
ciclo non c'era la ginnastica oppure era proibito lavarsi, fare il
bagno. Gli stessi assorbenti, quelli moderni, come li conosciamo noi,
sono arrivati solo alla fine degli anni '70. Prima le donne vestivano
certi mutandoni che venivano dati assieme al corredo durante la loro
settimana di mestruazioni. Roba questa the limitava, penalizzava la
donna.
Inoltre
era pensiero comune che tutte le donne erano delle malate di nervi.
Certo: la vita era molto più dura. Non c'erano elettrodomestici, a
volte le condizioni di vita erano durissime. Così una volta arrivate in
menopausa tante di queste, come succede anche nel romanzo alla mamma di
Greta, venivano additate come malate di nervi e rinchiuse in speciali
posti solo per loro.
Questo fa capire quanto fosse necessario il femminismo.
Le donne erano solo sepolte in casa negli anni '50. Non c'erano prospettive per loro.
Erica come organizzate il lavoro tu e Giorgio Maimone?
Inventiamo
assieme la trama e poi ci dividiamo i capitoli. Ala fine li correggiamo
insieme. Sai tu le volte che ci chiediamo: questa frase l'hai scritta
tu oppure io? Diventa un lavoro simbiotico. Questa la nostra è stata una
collaborazione
nata
per caso. Continuiamo perché ci troviamo bene assieme. Io ho scritto
anche cento racconti brevi che vorrei uscissero prima o poi. Giorgio ha
scritto qualcosa come duecento canzoni...
Per i patiti di Vertigine una grande novità.
Abbiamo già consegnato il sequel e stiamo scrivendo il terzo libro.
Così ritroveremo quasi tutti i protagonisti del primo romanzo.
Eh sì. Greta, Marlon....Il secondo uscirà tra non molto.
Abbiamo
parlato, e speriamo che la cosa avvenga, anche di un arrivo
dell'autrice a Gubbio in primavera per presentare "Vertigine" al
pubblico eugubino.Noi ci contiamo molto.
Anna Maria Polidori
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