Appena entrato in RAI |
Elio riceve la medaglia dei trent'anni alla RAI |
La RAI festeggia i suoi primi sessant'anni di programmazione e noi vogliamo ricordare in questo giorno di festa Elio Bandista, uno dei primi trenta tecnici che hanno permesso all'azienda dimandare in onda i primi programmi televisivi.
Conoscevamo bene Elio. Un signore capace dis stare accanto alle persone anche durante grandi sofferenze, come ha fatto con noi e che, ogni volta, aveva un mondo meravigliosa da dischiuderci.
Quanto ci piaceva sentire i suoi racconti sul suo lavoro in RAI e sui tanti personaggi che aveva avuto modo di conoscere. Una miriade.
Elio era un tecnico elettronico. Il padre, un dirigente della DC grande amico di Andreotti 2Era sempre a casa nostra" ci aveva detto mentre ci mostrava una foto con l'allore giovane onorevole gli aveva aperto dopo la guerra un laboratorio elettronico.
Elio nel laboratorio elettronico |
Grandi lavori quelli di Elio. Lo staff diplomatico dell'amabasciata panamense a Roma così entusiasta per la riparazione di una radio volle perfino visitare il laboratorio. Addirittura gli venne offerto di andare a lavorare a Panama. Elio disse di no, ma tanto a malincuore.
Però il meglio doveva ancora arrivare.
La RAI appunto. Che Elio descriveva così: "Una grossa novità per quel tempo. Ci aspettavamo solo una forte espansione di questa nuova realtà tecnologica. L' ente necessitava di persone che sapessero fare il proprio lavoro. Così feci regolare domanda di assunzione".
Elio fece un colloquio di lavoro. Tre ingegneri vollero sapere tutto su telefonia, amplificazione e apparecchi audio-visivi. Pane per i denti di Elio che non si scompose. Attese fiducioso per una quindicina di giorni. Allora gli giunse una comunicazione. Doveva recarsi alla RAI, in via Asiago 3. Erano le prime assunzioni per il primo studio televisivo.
Nell'immediato Elio stava in una cabina elettrica a controllare i gruppi elettronici. Poi viene passato a proiezionista e via via a sempre più importanti e prestigiose cariche nel settore.
Ma chi era un proiezionista? Elio aveva spiegato: "Per passare i film in cinemascope era necessario un proiettore grande, trasparente; dall’altra parte c’era una telecamera che riprendeva tutto. Il tutto poi veniva passato al vidigrafo da una cinepresa 16 mm, per poter trasmettere il film".
Alla RAI all'inizio dei tempi, 60 anni fa, tutti, ma proprio tutti avevano cominciato in sordina. Il personale elettronico era sulle trenta unità includendo i tecnici video, audio e riprese. Il primos tudio si chiamava
Il primo studio si chiamava P-1: posa 1. Quasi nell’immediato ne nacque un altro, P-2 a V.le Mazzini, dove venivano registrate le commedie. Un terzo sarebbe nato in via Teulada di lì a poco.
Elio lavorava ogni giorno dalle 10 alle 12 ore. Con gli straordinari era possibile come un nulla però raggiungere le due del mattino.
I primi esprimenti con il colore iniziarono già nel 1959 a via Teulada e intanto la RAI si affermava ogni giorno di più.
Il primo stipendio di Elio ammontava a 96.000 tre volte tanto quello di suo padre.
L'ultima busta paga fu di 5.436.000 lire. Mica male! E gli strardinari? Erano pagati all'inizio 300 lire prima delle otto di sera e 500 lire dopo le otto di sera.
I ricordi RAI più intensi di Elio.
Caterina Ranieri una delle prime soubrettes. " Stravedevamo per lei; e poi Mike Buongiorno con la trasmissione “Arrivi e Partenze”. Ben presto entrò a far parte della scuderia Nicoletta Orsomando. E Baudo giunse all’inizio degli anni ’60."
Il eprsonaggio a cui Elioe ra legato di più: Totò. "La sua semplicità , la sua cordialità , e quel velo malinconico che lo rendeva una personalità unica ed irripetibile. Emilio Fede invece mi diceva sempre che esaltavo la sua bellezza.!"
Tanti i viaggi di Elio con mamma RAI nel mondo.
Stati Uniti, Israele, India senxa contare tutte le esterne per i tg e aveva girato l'Italia in lungo e in largo.
Il Paese che ha amato di più: Israele. "Ci andai con papa Paolo VI ed il compianto Dante Alimenti, con cui ho avuto modo di fare anche un viaggio in India".
Viaggi complessi. Prima in Giordania, poi era stato necessario cambiare passaporto per poter entrare in Israele. "Ricordo le strade colme di alberi traboccanti di banane; la cordialità e la solarità delle persone". Unicità e la particolarità di quel viaggio
I mezzi quando si trattava di arrivare in luoghi così lontani venivano imbercati in una nave. Un pullmann portava le telecamere mentre i tecnici viaggiavano in ereo. Arrivavano due o tre giorni prima dei mezzi. Infatti era grande il lavoro di ricognizione da fare. In India erano in duecento.
I ricordi dell'India di Elio: " I quarantacinque gradi all’ombra a dicembre; non potevamo lavorare per più di due o tre ore al causa caldo; il servizio nel lebbrosario; la messa a Bombay celebrata dal Papa in cui erano ammassati in un luogo grande come un campo sportivo un milione di fedeli. Uno spettacolo grandioso".
Avevamo chiesto a Elio un'opione sulla tv di adesso. "Maggiore eleganza non guasterebbe. In tutti i sensi." ci aveva risposto.
Anna Maria Polidori
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