Nietzsche al Piano di Frédéric Pajak
è un piccolo libro di appena 72 pagine edito da L'Orma Editore perfetto come strenna natalizia che racconta il rapporto fortissimo e straordinario di quest'uomo con la musica.
Più che un pensatore, Nietzsche è stato un musicista ossessionato da quest'arte e da alcuni compositori coetanei .
Mi ha affascinato questo libro perché mesi fa avevo letto Cosima La Sublime di Francoise Giroud e ne volevo sapere di più.
Questo giovanotto, figlio di pastori e predestinato a divenire un pastore egli stesso, viene cresciuto da sole donne, visto che il padre muore ben presto.
Viene bullizzato a scuola perché il suo eloquio è forbito, ma Nietzsche non si sarebbe mai piegato a parlare una lingua dialettale, o troppo bassa.
Sin dall'adolescenza compone brani musicali. Studia, e dopo le superiori si iscrive a filologia. Non pensa proprio di diventare un pastore.
I compositori che ama maggiormente sono Chopin, Liszt, che era più che vivente e Beethoven.
A 24 anni, ormai giovanotto, comincia ad insegnare e incontra per la prima volta Richard Wagner, l'uomo che diventerà la sua ossessione.
Viene invitato nella loro proprietà a Tribschen e lì passerà tantissime giornate indimenticabili.
Intanto Cosima, che era stata sposata con von Bulow ma lo aveva lasciato per Wagner, resta incinta del compositore. Avranno così il piccolo Siegfrid, terzo figlio di Cosima.
Il filosofo comprende la bellezza di questa donna e se ne innamora segretamente. Gli anni successivi sono ricchi di visite ai Wagner, ma Elisabeth la sorella di Nietzsche, resta alquanto contrariata da quel che vede. "È da non credere la quantità di denaro che si dilapida in quella casa, un vero sperpero" scriverà la ragazza.
Nietzsche vede in Wagner un rinnovatore, qualcuno capace finalmente, dopo Beethoven di parlare agli animi, attraverso la rappresentazione delle passioni.
È il 1870: per il compleanno di Cosima sono organizzate grandi cose e il giovane decide di regalarle la partitura Eco di una notte di San Silvestro con canto di processione, danza campestre e campana di mezzanotte. I Wagner si mettono però a ridere.
Nietzsche compone altra musica e stavolta la invia all'ex marito di Cosima, von Bulow, ricevendo una tremenda, tremenda stroncatura.
Compone "L'Inno all'Amicizia" che sancirà la definitiva distanza tra lui e i Wagner.
Comincia a parlare tra sé, ma soprattutto appare chiaro qualcosa: Wagner, sebbene lo voglia accanto chissà per quale ragione, non fa altro che sottovalutarlo e schernirlo.
Distanti gli anni della felicità e della serenità con Cosima e Richard, Nietzsche comincia a soffrire di violenti mal di testa. Ne avrebbe di cose da rinfacciare a Wagner. Wagner infatti, assieme al re di Baviera Ludovico II porta avanti, con la musica e gli scritti, un'assidua campagna antisemita e nazionalista che poi sarebbe sfociata in quel che tristemente sappiamo. Hitler non era un "figlio del caso".
Nietzsche aborriva posizioni del genere che videro coinvolti anche membri della sua famiglia: Elisabeth, la sorella di Friedrich la pensava come i Wagner, e
sposa un uomo che la porta nientemeno in Paraguay e che lì fonda il movimento: "La Nueva Germania".
Che musica cerca il nostro uomo? Quella dionisiaca, greca. Mentre Wagner rispolvera e dà nuova luce ai miti germanici, Nietzsche guarda al meridione d'Europa, a noi italiani, a Verdi, Rossini, Bizet. A lui sarebbe piaciuta una musica con cori sacri e e canti popolari. Nietzsche continua a scrivere e pubblica "Umano Troppo Umano". Le emicranie non lo abbandonano. Più di duecento in un anno, lascia l'insegnamento dopo soli 10 anni di professione, a 35 anni.
Nietzsche in una lettera scrive che Wagner lo ha sedotto, riferendosi a lui come a "un vecchio stregone".
È il 14 febbraio del 1883 quando, a Genova, leggendo un quotidiano, Nietzsche apprende della morte del suo amato/odiato Wagner.
"Egli ammala tutto ciò che tocca" scrive, sebbene la scomparsa del "Vecchio stregone" lo renda ancor più triste.
Riprova ad inviare altre composizioni a Von Bulow, stavolta senza ricevere risposta.
Sempre più malato sarà accudito fin quasi alla fine dalla madre. Probabilmente i grossi problemi neurologici sperimentati erano dovuti alla sifilide contratta in gioventù.
Quello che ora mi appare chiaro di quest'uomo è che più che aver costruito la sua esistenza, Fiedrich l'abbia vissuta in funzione di una coppia: quella dei Wagner. E questo, lasciatemelo scrivere, è di un triste unico.
Una lettura chiara, rapida, che restituisce un ottimo ritratto di Nietzsche.
Consigliato a tutti!
Anna Maria Polidori
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