Agghiacciante. Il Quartetto Razumovsky
può essere riassunto così.
Opera pubblicata postuma di Paolo Maurensig, autore di Canone Inverso, avevo intenzione di lasciare la lettura a metà: il protagonista è troppo odioso. Il libro è narrato in prima persona infatti. Avendolo letto durante la notte, quando l'animo è più vigile e coglie sfumature più sottili, mi sono spaventata a morte per la mostruosità senza limiti del protagonista. Alla fine ho deciso di terminare il libro.
Rudolf Vogel era stato parte del sistema creato da Hitler: musicista durante gli anni del nazismo aveva, con tre amici messo su un quartetto, esibendosi davanti al Fuhrer e ottenendo sentiti complimenti.
La guerra e quel che ne seguì spazzò le speranze di questi giovani, tutti, devoti a Hitler: il più perplesso Max, innamorato della violoncellista Victoria, lei invece ebrea. Max è uno spirito eccelso, un passo avanti a tutti gli altri e Rudolf ne è segretamente innamorato. Così tanto che non mancherà di distruggere Victoria pur di allontanarla da lui.
Rincontriamo questo essere disgustoso negli Stati Uniti e più precisamente in Montane, uno Stato degli USA molto verde, dopo la guerra. Questa storia non la conoscevo: intendo quella dei tedeschi nazisti e collaborazionisti emigrati in America del Nord dopo la seconda guerra mondiale. Ero rimasta a Mengele e gli altri in Argentina.
Rudolf svolge vari lavori, poi diventa insegnante e sarà proprio in quell'istituto che rincontrerà di nuovo uno dei componenti l'ex quartetto: Benedict. Benedict lo informa che Max vive lì vicino. Rudolf ha un tuffo al cuore. Può rivedere il suo antico amore.
I tre si rincontrano per poi tentare di capire se ricostituire il quartetto con Victoria La trovano malata, prostrata e Max decide di prendersene cura fattivamente. Intanto cercano un'altra che possa sostituirla.
La ragazza in questione proviene da una famiglia che ha fatto tanti sacrifici per farla studiare. Intanto Rudolf sente che i vecchi sentimenti per Max stanno tornando in superficie sebbene Max non se ne accorga affatto. Però Max più tardi, quando le cure riprese faranno effetto su Victoria scoprirà che cosa le accadde, chiudendo all'idea di ritornare a suonare insieme a quello squallido di Rudolf. Lì, l'ira di Rudolf sarà immensa. Un uomo questo, votato alla diffidenza, alla paura, al possibile "essere riconosciuti" anche grazie ad un giornale, Life, dove venne pubblicata la sua foto in copertina. E si sa, mentre i quotidiani vengon buttati, è risaputo che i settimanali se si ha spazio a casa, possono giacere tranquilli pure per anni. Così comincia ad uccidere e lo fa con piacere, come se andasse a fare una passeggiata. È questo che credo mi abbia maggiormente terrorizzata di tutta la storia: il disprezzo che Rudolf nutre per il resto degli esseri umani. Vedete: la guerra era finita ma se un essere è malvagio, resta malvagio.
Nessuna di queste persone si è mai pentita di aver denunciato ebrei, di averli uccisi: nessuno di loro si è pentito di aver ucciso.
Allora pensi all'orrore e alla bestialità dell'uomo e hai paura. Paura di far parte di questa specie, addirittura.
Scritto mirabilmente, è una lettura veloce e breve, ma rimarrà nei vostri animi.
Anna Maria Polidori
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