28 febbraio 1933. Hitler è al potere come cancelliere da pochi giorni, ma è durante questa giornata che instaura la dittatura emanando due Decreti prontamente firmati da Hindenburg: quello del Presidente del Reich per la protezione del Popolo e dello Stato e il Decreto contro il tradimento del popolo tedesco e delle attività sovversive. Il secondo introduce la pena di morte per i reati politici: il primo azzera del tutto i principali diritti delle persone. Vengono soppresse libertà di stampa e di parola, di riunione, associazione, così come l'inviolabilità della posta e del telefono, del domicilio e della proprietà. È un mese tremendo questo, per la libertà in Germania che viene in particolar modo a investire letterati, autori, giornalisti, creativi in genere. In questo libro accattivante, con un ritmo pulsante e stimolante, Febbraio 1933
L'Inverno della Letteratura di Uwe Wittstock pubblicato da Marsilio, il lettore potrà confrontarsi con i primi giorni dell'ascesa al potere di Hitler. Per i letterati, scettici e spaventati da questa possibilità, è un vero shock per quello che potenzialmente potrebbe dir loro quest'uomo feroce e privo di remore.
Differenti le reazioni delle persone. C'è chi comprende da subito che rimanere vorrebbe dire una vera sentenza di morte e decide di scappare via: chi aspetta per assistere agli sviluppi, chi vorrebbe restare per documentare l'inferno.
Alcune di queste persone pensano poi che Hitler avrà vita brevissima e nel giro di due settimane verrà destituito.
Andare via non è semplice senza fare troppo rumore o destare sospetti. Ci sarà chi deciderà di acquistare un biglietto del treno per una località vicina per poi proseguire oltre Paese, lasciando a intendere che quello sarà un viaggio breve, di meno di un giorno: chi verrà ricoverato come Brecht in una clinica per un intervento, quando allertato da amici comuni, dovrà decidere di andarsene, con tutti i rischi e i problemi connessi, figli inclusi: alcuni non potranno raggiungerlo subito come la più piccina, Barbara, che sarà poi portata fuori da una coppia di amici inglesi. Una fuga rocambolesca la loro. Tutte queste persone però, per fortuna, hanno trovato un sicuro rifugio, da amici, colleghi, parenti.
Mann appare perplesso: non sa che cosa dover fare all'inizio. I figli tentano di inviargli messaggi criptati e lui, lontano da casa non comprende i rischi che potrebbero esserci nel tornare a Berlino.
Intanto molti spettacoli vengono chiusi. Durante una riunione dell'Accademia delle Arti che riunisce i più grandi nomi della letteratura del momento viene defenestrato Heinrich Mann e vengono fatte pressioni su Kathe Kollwitz affinché lasci. Appare chiaro a tutti che questo non è più uno spazio libero, anzi! Un caldeggiatore delle politiche di Hitler sarà Benn, un tizio che curava le prostitute, viveva poveramente però scriveva ottime poesie e riuscì così a entrare nell'Accademia. Sarà proprio lui quello che alla fine farà firmare una risoluzione che di fatto impedirà libertà d'espressione. Tanti dei membri di questa Accademia se ne erano comunque già andati via, lasciando una debolezza interna indicibile e ben poca qualità.
In una delle riunioni precedenti dell'Accademia, pensando che l'ascesa di Hitler avrebbe portato a seri problemi, venne perfino richiesta protezione armata. Una proposta bocciata da persone di pace. Nessuno voleva scendere allo stesso livello del Furher.
Molte delle carriere di questi scrittori saranno distrutte per sempre. Klaus Mann non riuscirà più a riprendersi e morirà nel 1949 a Cannes per un'overdose di sonniferi. La sorella invece avrà un destino diverso. Continuerà dopo la guerra a far conoscere agli americani gli orrori di Hitler in una serie di conferenze. Tornerà solo dopo a Zurigo con i suoi.
Chiudo con qualche pensiero di Richard Strauss menzionato varie volte nel libro: "Dodici anni di Regno della Bestialità, dell'Ignoranza e dell'Incultura hanno portato alla distruzione di 2000 anni di Storia."
Anna Maria Polidori