Ho letto l'Eugenio Onegin
di Aleksander Pushkin lo scorso mese. Oh, superlativo! Sublime. L'edizione che ho è quella della BUR a cura di Eridano Bazzarelli.
C'ero inciampata tante volte ma a causa della mia ritrosìa verso tutto quello che è composizione poetica, non lo avevo mai letto.
Leggero, aggraziato, sognante, meraviglioso, c'è pathos, attesa, amore non contraccambiato, rivelazione finale...
Le storia è presto raccontata: Eugenio vive una vita protetta grazie a incontri fortunati nella sua esistenza, che gli fanno un pò da paracadute. Passa da una festa all'altra, da una conquista all'altra. Le donne lo adorano, ma lui si stanca di tutte. È più uno che vuol divertirsi che mettere la testa a posto. Un giorno muore un suo zio che gli lascia tanti terreni e una bella villa in campagna. Inutile dire che Eugenio vi si trasferisca.
Lì vive una vita tranquilla, alla fine perfino lagnosa per lui abituato alla città.
Una ragazza ancora non maritata, Tatiana, si innamora di lui e gli invia una lettera facendogli conoscere i suoi sentimenti. Eugenio non risponde, anzi, se ne va via senza dire niente e senza salutare.
Tatiana soffre molto, ma alla fine decide grazie ai suoi parenti di trovare un uomo e sposarsi. Così accade. Il suo è un ottimo matrimonio, che, inutile dirlo, la cambia caratterialmente. È sicura di sé, padrona dei sentimenti, delle emozioni e del destino che ha incontrato.
Così, quando rivede Eugenio invitato ad una festa, gli tiene testa e lo farà sino alla fine, e al loro ultimo drammatico incontro. Infatti Eugenio scriverà una lettera per lei in cui confessa ora il suo amore. Una confessione tardiva, ammette Tatiana, che l'avrebbe resa felice anni prima, ma con cui non sa che cosa farsene al momento. Intendete: Tatiana ama Eugenio, e glielo dice. Avrebbe preferito rimanere nella piccola casa con il giardino selvatico, la piccola mensola con i suoi libri preferiti, il cimitero dove è sepolto chi le è caro a questa vita di lusso e apparenza. E la felicità era a portata di mano, gli rinfaccia.
Una felicità che Eugenio non ha voluto o saputo cogliere e che ha fatto poi pensare alla ragazza che fosse bene sistemarsi e dimenticare quell'uomo. Ora vive nell'alta società: suo marito è a contatto con la corte, lei è ricca, la sua casa è lussuosa. Non era quel che voleva, no. Lei era alla ricerca della semplicità e di un uomo che la amasse e che fosse contraccambiato da lei. Implicito il fatto che si sia sposata più per dovere che non per amore, ma...Cos'altro poteva fare?
Il suo destino, quello che le è successo di buono nella vita è strettamente legato alle scelte fatte da Eugenio.
Ed allora diventa meschino per Eugenio, gli rinfaccia Tatiana, tornare e reclamare il suo amore. Lo fa per interesse? Lo fa perché sinceramente colpito? Perché pentito? Nulla ha più valore, perché la vita ha scelto per entrambi un destino diverso.
Mentre leggevo l'Onegin ho pensato che così tanta bellezza riversata in versi al giorno d'oggi sarebbe impossibile, purtroppo.
Da leggere! E rileggere!
Anna Maria Polidori
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