Intervista con la scrittrice Marzia Gianotti
Marzia Gianotti, scrittrice romana mi ha contattata su Facebook alcuni giorni fa e ho pensato subito che questo libro, sua prima opera letteraria per bambini, Papà ho paura! , meritasse una grande rilevanza.
Ricordo l'infanzia e rammento ancora le paure che avevo.
Ciò che non conosciamo e non possiamo definire, durante l'infanza è causa di tanti problemi.
La paura del buio è una delle più grandi e note ossessioni dell'infanzia.
Il buio ancestralmente toglie la visione d'insieme su tutto. Rimaniamo soli con noi stessi, con il nostro essere piccolo o grande, con le nostre insicurezze. Il buio porta una condizione di cecità emotiva, di sbilanciamento, di sradicamento dalla felicità quotidiana. Un attimo di riflessione che a volte angoscia; in particolare se è l'anima del bambino a essere investita dalla paura ancestrale dell'oscurità. Credo, a mio modo di vedere, che l'anima del bambino in primis focalizzi su quanto terribile possa essere non poter scorgere e non poter vedere la realtà immaginando e fantasticando al tempo stesso situazioni poco piacevoli e irrazionali. Il buio tende a far emergere altre paure e fobìe proprio perché la mente non è capace di controllare la razionalità.
Il buio ha uno stuolo di protagonisti senza fine: vampiri, streghe, personaggi di dubbia fama.
Analizziamo queste creature.
I vampiri dormono in una bara, il che non predispone a un grande buonumore, ma sono vispissimi e felici la notte, quando errabondi cercano del sangue umano o animale da bere per mantenersi in questo stato di morte/vita eterna.
E cosa dire dei poveri lupi mannari? Persone tanto paciose di giorno, amabili, alla mano, come l'insegnante descritto dalla Rowling in Harry Potter quanto capaci di diventare spietate belve cui è bene stare alla larga finché il potente incantesimo della luna piena non ha termine.
Beh, delle streghe si è detto tutto: mezzanotte è la loro ora. Chissà dove vanno a radunarsi con le loro scope volanti, la possibilità di osservare il cielo da una prospettiva diversa, saper andare al di là della realtà. Dalle mie parti si diceva che le streghe rapissero i bambini, combinassero un casino di malefatte sebbene non tutte le streghe fossero così cattive.
E poi gli animali.
Poverini: in Inghilterra addirittura anni fa lessi in un quotidiano inglese, un'amministrazione comunale in apprensione per la sorte dei poveri pipistrelli tentava attraverso delle speciali accortezze di salvarne la vita. Qui da noi i pipistrelli sono malvisti. Tirano i capelli, sono connessi con la parte sconosciuta di noi stessi. Quella oscura. Un pò come la faccia nascosta della Luna, Lilith. Non la vediamo ma esiste.
Civette e gufi almeno da noi non godono della stessa, ottima, considerazione e reputazione che hanno nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Anzi: spesse volte le civette in particolare sono messagger di pessime notizie. La cosa vien fatta risalire al significato della civetta: saper leggere oltre l'oscurità del presente e del vissuto e saper penetrare oltre la realtà percepita. La civetta insomma è capace di comprendere e interpretare le oscure forze sottili che muovono il mondo e di anticipare il futuro che ancora è oscuro per i protagonisti i quali non immaginano cosa possa accadere. Sentirla cantare la notte un pessimo auspicio. Un avvertimento.
Ma...Non sempre il buio arriva per spaventare.
Il buio è anche acume. Al buio si può pensare meglio, toccare più in profondità le corde dello spirito, andare al di là del "percepito visibile". Riposare. Trovare il tempo per staccare la spina. Leggere dopo una giornata di lavoro.
Eppure: il bambino di Marzia non vedeva un buio lucente, ma scorgeva solo tenebra e paura nella fase acuta del suo terrore personale.
Marzia Gianotti ha dovuto lottare a lungo assieme a suo marito per far vincere al loro piccino la paura del buio.
Marzia ha scritto e illustrato Papà ho paura! affinché questo libro possa essere d'aiuto a tutti quei genitori e a quei bambini che si lascino trasportare un pò troppo dall'irrazionale.
Per prima cosa Marzia da piccina uno dei tuoi hobbies era la lettura?
Da piccola amavo molto ascoltare le favole che mi raccontava mia madre.
Che cosa rappresenta il buio per i piccoli ed i grandi secondo te?
Molti bambini hanno paura del buio. Attraverso il libro “Papà ho paura!” voglio trasmettere a tutti i genitori il messaggio che una paura se non viene affrontata adeguatamente da piccoli quasi sicuramente ci accompagnerà fino all’età adulta.
So che tuo figlio aveva paura del buio. Quanti anni ha adesso? Ha altre paure o sei stata capace di curargliele tutte?
Si infatti anche mio figlio che ora ha 5 anni e mezzo aveva paura del buio. Ora non più. Non è un tipo pauroso, forse perché noi genitori siamo stati capaci di affrontare le sue paure nella giusta misura senza tralasciarle e trasmettendogli molta sicurezza.
Dire semplicemente ad un bambino di non avere paura non è sufficiente. Bisogna prima di tutto rendersi conto che le paure dei bambini sono diverse dalle nostre e non vanno sottovalutate. Conoscendo il proprio bambino sarà necessario mettere in essere un piano, proprio come ha fatto il papà del protagonista del libro, per fargli capire che a volte le proprie convinzioni ci fanno vedere le cose diverse dalla realtà.
Ho visto che ti sei auto-pubblicata, giusto?
Ho scelto l’auto-pubblicazione perché, dopo essermi rivolta a diversi editori che richiedevano tempi lunghissimi per la sola lettura dell’opera, è stata la strada più semplice da percorrere per pubblicare un libro subito e senza condizionamenti.
Che pensi dell’editoria e quanto è difficile trovare un editore?
Confermo che per uno scrittore emergente trovare un editore è alquanto difficile.
Che cosa deve avere secondo te un libro per bambini per attrarre potenziali lettori?
Un libro per bambini deve innanzitutto contenere l’elemento “fantasia” perché l’infanzia è l’età della “spensieratezza”, è un periodo in cui il bambino deve anche saper sognare senza essere coinvolto dai problemi che ci circondano.
Altro elemento che non deve mancare sia nel testo che nelle illustrazioni sono i particolari. Quando rappresento una certa situazione l’arricchisco di particolari. Non mi piace essere generica nel racconto.
Quando scrivo un libro per bambini la prima cosa che faccio è pensare con la testa di un bambino.
Come è stato accolto il tuo libro e dove lo hai presentato sino ad ora?
In questi giorni ho preso contatti e appuntamenti con librerie, ludoteche, associazioni, per proporre un laboratorio gratuito in cui leggerò personalmente il mio libro ad un gruppo di bambini seguito dal disegno dei soggetti rappresentati nelle illustrazioni.
Inoltre per far conoscere il più possibile questa divertente storia anche ai bambini di altra nazionalità il libro è stato tradotto in diverse lingue straniere.
Quali sono le differenze sostanziali tra un bambino di ieri e un bambino di oggi?
I bambini di oggi sono meno spensierati, meno “bambini” perché purtroppo coinvolti nelle vicende della nostra società e nelle problematiche degli adulti. Sono bambini cresciuti troppo in fretta senza vivere pienamente le tappe dell’età. Sono bambini che leggono poco, non crescono con le favole.
Quando mio figlio fa qualche capriccio la prima cosa che gli dico e che funziona è quella di non leggergli la storia prima di andare a dormire. Quando si legge un libro ad un bambino, il bambino deve sentirsi coinvolto nella lettura.
Commentare con lui, aggiungere dei dettagli che non sono stati inseriti, insomma renderlo partecipe e anche critico.
Per altre info questo il sito internet creato da Marzia:
www.papahopaura.it
Anna Maria Polidori
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