Ogni libro di Kaplan è un tour de force. Tanti sono gli argomenti che ha enumerato in questo libro di manco duecento pagine pubblicato da Marsilio: Il Secolo Fragile
.
Partiamo da un presupposto: se i moti per la libertà del 1848 avessero avuto successo, non ci sarebbe stata la prima guerra mondiale e manco Hitler. Vi pare poco?
La storia in effetti è una serie di concatenazioni logiche, dopotutto, che ci fanno essere dove siamo al momento.
Che
tipo di mondo è il nostro? Claustrofobico, contratto. Non ce ne
rendiamo conto ma siamo imprigionati da testate missilistiche in tutto
il mondo. In più, questo, è un secolo fragile, iperconnesso ma non per
questo migliore dei tempi passati, anzi! Quandos coppia un conflitto ha
un potere deflagrante molto maggiore che non in passato. Kaplan ipotizza
addirittura che se scoppiasse una guerra in Asia, probabilmente le
ripercussioni d'ogni ordine e grade sarebbero vissute a livello
planetario con un forte shock.
Qual'è il maggior problema con cui il mondo dovrà confrontarsi anche nel XXI secolo? La Russia senz'altro. Quello che è infatti successo nel 1917 ha fatto sprofondare un Paese in un isolazionismo che è perdurato per più di 80 anni. Il crollo del comunismo in realtà non ha risolto tutti i problemi, anzi! ed ha creato un clima per cui ci ritroviamo una guerra in casa si può dire.
Come sarà poi, la Russia del domani? Kaplan non vede democrazia nemmeno quando Putin,
non ci sarà più. Intanto dovrà restare al potere finché campa. Forse,
anzi, ipotizza Kaplan, potrebbe esserci una maggior instabilità dopo la
sua morte.
Il paragone che fa è con la Cina, che, viceversa a poco a poco sta sottraendo forza alla Russia. È lei il vero gigante con cui la Russia dovrà confrontarsi.
In
Cina c'è una successione molto snella, cosa che viene a mancare in
Russia, dove possono esserci vuoti di potere che sarebbe meglio evitare,
visto il peso che questo Paese ha nel mondo.
In realtà una volta crollato l'ordine creato dopo la seconda guerra mondiale, non è stato possibile ricostruirne un altro così solido da poter permettere di mantenere un mondo stabile e sereno. La globalizzazione, semmai, ha portato ulteriore caos.
La NATO
è arrivata a possedere tanti Paesi dell'ex sfera comunista. Questo non
aiuterà l'Europa per come l'abbiamo all'inizio pensata e voluta, e forse
scrive Kaplan, in un futuro non molto lontano potremmo ritrovarci con Ucraina e Paesi dell'area balcanica sempre sull'attenti e timorosi di attacchi russi, così come i Paesi del Nord Europa.
Non è un mondo che appare troppo rassicurante, vero?
I greci,
scrive Kaplan detestavano la parola caos. Sapevano che ciclicamente il
caos sarebbe tornato ma dovevano scansarlo il più possibile. Sapevano
che la calma, la disciplina, la solidità erano le sole armi per
fronteggiare situazioni estreme.
Scivoliamo nel secolo scorso.
Repubblica di Weimar:
da un punto di vista artistico tanto ha dato. Quando l'esperimento
fallì, il Paese cadde nel caos e venne affidato a Hitler che ne divenne
cancelliere nel 1933.Dopo appena pochi mesi, ogni traccia di democrazia
era scomparsa.
Il mondo, adesso, sta vivendo una nuova Weimar.
Crollate quasi tutte le monarchie, che erano una grande rassicurazione
perché rappresentavano la stabilità, il mondo, in particolare dopo la
seconda guerra mondiale, e in America, dopo la morte di Kennedy non è più tornato quello di una volta. Negli USA
in particolare la fiducia che c'era per la politica è andata via via
scemando sino ad arrivare ai giorni nostri, a persone che decidono di
giustiziare sconosciuti, fare stragi. Viviamo in una situazione
abbastanza anarchica, afferma Kaplan senza mezzi termini. Il liberalismo
ha portato tante libertà, ma questa è solo una pallida impressione
perché in realtà, le prigioni e il soffocamento che ha creato questa
società è a multi-livello. Se pretendiamo di creare il mondo perfetto
per le persone, dandogli una serie di norme da seguire, tante ed
oppressive, non dovrebbe poi essere così difficile capire che i
cittadini possano alla fine sclerare e di fatto, passare alle maniere
brute.
Purtroppo i social media
non aiutano, ma anzi! peggiorano di molto la situazione fomentando odi,
costruendo personaggi capaci di attrarre masse ignare che cominciano
poi a seguirli con conseguente lavaggio del cervello. Cosa che, scrive
Kaplan, capita anche a persone erudite. La cosa coinvolge tutti. Grazie
agli algoritmi le società di social media sanno quel che piace agli utenti così da incollarli agli schermi.
Una
società appiattita la nostra e il mondo iper-connesso ci permette di
essere sempre «sul pezzo». A tal proposito, appare più che chiaro che
non corra buon sangue tra Kaplan e quelli del New York Times.
Questo infatti, è il quotidiano più letto nel mondo, ma anche quello in
grado di influenzare da una parte o dall'altra, molteplici menti.
Kaplan
punta il dito sull'omologazione di pensiero che è trasversale ed
attraversa anche la nostra profesisone con ripercussioni sulla qualità
degli articoli prodotti laddove sia richiesta omologazione di pensiero.
Tra un secolo o due potremmo arrivare ad essere 11 miliardi sulla Terra. L'Africa
vedrà una crescita tremenda durante questo secolo. Però, sebbene questo
possa confortare, c'è da rimarcare che la maggior parte di queste
persone nasceranno in luoghi estremamente poveri.
Le città la faranno ancora da leoni e sarà soprattutto in questi grandi agglomerati urbani, dove si svilupperanno pensieri più o meno pericolosi o sensati. L'impatto delle società più rurali resta minore eccezion fatta per il lavoro svolto da Solzenicyn che, rintanatosi in un luogo speduto del Vermont, produsse i libri che conosciamo oggi.
Come vede il futuro Kaplan? Non ottimisticamente Pensa che l'Occidente si spegnerà, il pensiero occidentale possa spegnersi.
L'intelligenza artificiale
resta un grande problema. Il nostro è un secolo di sfide: rimarcare che
siamo uomini pensanti, e che tali vogliamo restare, dovrebbe essere una
priorità per tutti. Certamente altro caos potrebbe derivare
dall'utilizzo di computer, robot e tecnologie informatiche. Questo
potrebbe mettere in subbuglio il lavoro di tanti, scatenando
agitazioni.
Moltissimi citazioni e storie di
autori e pensatori che hanno fatto e stanno facendo la storia con le
loro visionarie aspettative sul mondo e le previsioni, ahimè, tante
volte azzeccate.
Da leggere assolutamente! Meraviglioso! Di ampissimo respiro.
Anna Maria Polidori







