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Tuesday, November 04, 2025

Il Secolo Fragile di Robert Kaplan

 

Ogni libro di Kaplan è un tour de force. Tanti sono gli argomenti che ha enumerato in questo libro di manco duecento pagine pubblicato da Marsilio: Il Secolo Fragile




Partiamo da un presupposto: se i moti per la libertà del 1848 avessero avuto successo, non ci sarebbe stata la prima guerra mondiale e manco Hitler. Vi pare poco?

La storia in effetti è una serie di concatenazioni logiche, dopotutto, che ci fanno essere dove siamo al momento. 
Che tipo di mondo è il nostro? Claustrofobico, contratto. Non ce ne rendiamo conto ma siamo imprigionati da testate missilistiche in tutto il mondo. In più, questo, è un secolo fragile, iperconnesso ma non per questo migliore dei tempi passati, anzi! Quandos coppia un conflitto ha un potere deflagrante molto maggiore che non in passato. Kaplan ipotizza addirittura che se scoppiasse una guerra in Asia, probabilmente le ripercussioni d'ogni ordine e grade sarebbero vissute a livello planetario con un forte shock.

Qual'è il maggior problema con cui il mondo dovrà confrontarsi anche nel XXI secolo? La Russia senz'altro. Quello che è infatti successo nel 1917 ha fatto sprofondare un Paese in un isolazionismo che è perdurato per più di 80 anni. Il crollo del comunismo in realtà non ha risolto tutti i problemi, anzi! ed ha creato un clima per cui ci ritroviamo una guerra in casa si può dire.


Come sarà poi, la Russia del domani? Kaplan non vede democrazia nemmeno quando Putin, non ci sarà più. Intanto dovrà restare al potere finché campa. Forse, anzi, ipotizza Kaplan, potrebbe esserci una maggior instabilità dopo la sua morte. 
Il paragone che fa è con la Cina, che, viceversa a poco a poco sta sottraendo forza alla Russia. È lei il vero gigante con cui la Russia dovrà confrontarsi. 
In Cina c'è una successione molto snella, cosa che viene a mancare in Russia, dove possono esserci vuoti di potere che sarebbe meglio evitare, visto il peso che questo Paese ha nel mondo.

In realtà una volta crollato l'ordine creato dopo la seconda guerra mondiale,  non è stato possibile ricostruirne un altro così solido da poter permettere di mantenere un mondo stabile e sereno. La globalizzazione, semmai, ha portato ulteriore caos.

La NATO è arrivata a possedere tanti Paesi dell'ex sfera comunista. Questo non aiuterà l'Europa per come l'abbiamo all'inizio pensata e voluta, e forse scrive Kaplan, in un futuro non molto lontano potremmo ritrovarci con Ucraina e Paesi dell'area balcanica sempre sull'attenti e timorosi di attacchi russi, così come i Paesi del Nord Europa.
Non è un mondo che appare troppo rassicurante, vero?

I greci, scrive Kaplan detestavano la parola caos. Sapevano che ciclicamente il caos sarebbe tornato ma dovevano scansarlo il più possibile. Sapevano che la calma, la disciplina, la solidità erano le sole armi per fronteggiare situazioni estreme. 

Scivoliamo nel secolo scorso.
Repubblica di Weimar: da un punto di vista artistico tanto ha dato. Quando l'esperimento fallì, il Paese cadde nel caos e venne affidato a Hitler che ne divenne cancelliere nel 1933.Dopo appena pochi mesi, ogni traccia di democrazia era scomparsa. 

Il mondo, adesso, sta vivendo una nuova Weimar. Crollate quasi tutte le monarchie, che erano una grande rassicurazione perché rappresentavano la stabilità, il mondo, in particolare dopo la seconda guerra mondiale, e in America, dopo la morte di Kennedy non è più tornato quello di una volta. Negli USA in particolare la fiducia che c'era per la politica è andata via via scemando sino ad arrivare ai giorni nostri, a persone che decidono di giustiziare sconosciuti, fare stragi. Viviamo in una situazione abbastanza anarchica, afferma Kaplan senza mezzi termini. Il liberalismo ha portato tante libertà, ma questa è solo una pallida impressione perché in realtà, le prigioni e il soffocamento che ha creato questa società è a multi-livello.  Se pretendiamo di creare il mondo perfetto per le persone, dandogli una serie di norme da seguire,  tante ed oppressive, non dovrebbe poi essere così difficile capire che i cittadini possano alla fine sclerare e di fatto, passare alle maniere brute. 
Purtroppo i social media non aiutano, ma anzi! peggiorano di molto la situazione fomentando odi, costruendo personaggi capaci di attrarre masse ignare che cominciano poi a seguirli con conseguente lavaggio del cervello. Cosa che, scrive Kaplan, capita anche a persone erudite. La cosa coinvolge tutti. Grazie agli algoritmi le società di social media sanno quel che piace agli utenti così da incollarli agli schermi.


Una società appiattita la nostra e il mondo iper-connesso ci permette di essere sempre «sul pezzo». A tal proposito, appare più che chiaro che non corra buon sangue tra Kaplan e quelli del New York Times. Questo infatti, è il quotidiano più letto nel mondo, ma anche quello in grado di influenzare da una parte o dall'altra, molteplici menti.

Kaplan punta il dito sull'omologazione di pensiero che è trasversale ed attraversa anche la nostra profesisone con ripercussioni sulla qualità degli articoli prodotti laddove sia richiesta omologazione di pensiero.

Tra un secolo o due potremmo arrivare ad essere 11 miliardi sulla Terra. L'Africa vedrà una crescita tremenda durante questo secolo. Però, sebbene questo possa confortare, c'è da rimarcare che la maggior parte di queste persone nasceranno in luoghi estremamente poveri.

Le città la faranno ancora da leoni e sarà soprattutto in questi grandi agglomerati urbani, dove si svilupperanno pensieri più o meno pericolosi o sensati. L'impatto delle società più rurali resta minore eccezion fatta per il lavoro svolto da Solzenicyn che, rintanatosi in un luogo speduto del Vermont, produsse i libri che conosciamo oggi. 


Come vede il futuro Kaplan? Non ottimisticamente Pensa che l'Occidente si spegnerà, il pensiero occidentale possa spegnersi.


L'intelligenza artificiale resta un grande problema. Il nostro è un secolo di sfide: rimarcare che siamo uomini pensanti, e che tali vogliamo restare, dovrebbe essere una priorità per tutti. Certamente altro caos potrebbe derivare dall'utilizzo di computer, robot e tecnologie informatiche. Questo potrebbe mettere in subbuglio il lavoro di tanti, scatenando agitazioni. 


Moltissimi citazioni e storie di autori e pensatori che hanno fatto e stanno facendo la storia con le loro visionarie aspettative sul mondo e le previsioni, ahimè, tante volte azzeccate. 
Da leggere assolutamente! Meraviglioso! Di ampissimo respiro. 

Anna Maria Polidori 





Saturday, October 18, 2025

Reykjavik di Ragnar Jonasson e Katrin Jakobsdottir tradotto da Irene Gandolfi

 Un libro dal fascino ipnotico, ammaliante: stupendo. Un cold case di sicuro interesse questo creato da Ragnar Jonasson e Katrin Jakobsdottir, dal titolo: Reykjavik,

edito da Marsilio.

Mi sono sempre interessata alle scomparse e ai cold case.

Così, quando ho visto tra le proposte di Marsilio questo giallo, l'ho subito richiesto e devo dire che mi è piaciuto moltissimo. Cattura il lettore, e lo fa con intelligenza. I dialoghi sono ben bilanciati con la narrazione degli eventi, con le descrizioni paesaggistiche o dei personaggi.

È un libro concepito durante la pandemia, scrivono gli autori. Stessa età, uno di questi, la signora Jakobsdottir è stata primo ministro islandese dal 2017 al 2024: Ragnar invece è uno scrittore di gialli e traduttore di Agatha Christie in Islanda. 

Siamo nel 1956, quando una ragazza di 15 anni Lara, che ha deciso di fare un'esperienza di lavoro presso una buona famiglia che ha acquistato una bella casa a Videy, un'isola a una manciata di minuti dalla capitale, scompare nel nulla. I genitori si dicono disperati e pensano che ci sia sotto qualcosa: la loro figlia è solare, allegra, non se ne andrebbe così. Responsabile e matura, non sarebbero da lei questi colpi di testa.


Responsabile delle indagini è Kristjan un poliziotto che si reca sull'isola, interroga i due coniugi, Ottar, il marito e Olof, la moglie, senza ricavarne nulla, e non solo: viene pesantemente redarguito da un superiore perché ha disturbato quelle personcine così carine. 
Kristjan è all'inizio della sua carriera, decide di allentare la morsa. La ragazza probabilmente sarà scappata via e tornerà a casa. Meglio non avere rogne.
Ma non è così.
Passano tre decenni e il caso di Lara resta ancora un mistero. Sarà fuggita? Sarà stata rapita e poi uccisa? 
Mah! 
Mentre Kristjan comincia a sentire il peso dell'indagine condotta male, un giovane giornalista, Valur, nel 1986, anno dello storico incontro tra Reagan e Gorbaciov nella piccola capitale islandese e dei duecento anni dalla fondazione della capitale, riprende in mano il caso. Lo fa con grande professionalità cercando ovunque nuove testimonianze e, per la prima volta, ricevendo un'imbeccata non da poco. 
È certo che finalmente possa svelare che fine abbia fatto la ragazza. Ne è entusiasta. Questo caso lo prende molto. 

A metà libro succede qualcosa di fragoroso, che rompe l'equilibrio cui ci avevano abituato gli autori, rendendoci lettori spiazzatie posso ammetterlo? Risentiti!

Ci riprendiamo. Dobbiamo farlo. Finalmente la giustizia trionferà, sebbene il prezzo pagato sarà stato altissimo. 

Possiamo solo scrivere per non spoilerare troppo  che, possono germogliare nuove prospettive anche grazie a dolori profondissimi ed acuti: questi possono far conoscere ancor meglio la direzione che prenderà la vita.


Un'altra tematica affrontata riguarda i segreti mantenuti per decenni, capaci di cambiare per sempre le esistenze delle persone.

Un  giallo da leggere anche per capire come fosse l'Islanda prima della fine del Comunismo, di fatto un ordine mondiale che avrebbe lasciato il passo alla globalizzazione.

Anna Maria Polidori






Wednesday, October 15, 2025

Duo di Colette a cura di Paolo Vettori

 Marsilio ha di recente pubblicato un libro su Colette: Duo


a cura di Paolo Vettore con un'introduzione di Mariolina Bertini e con testo a fronte. 

È forse il lavoro più duro di questa autrice multiforme. 
Nata in Borgogna alla fine del 1800, trapiantatasi a Parigi, Colette è stata di certo la prima influencer del mondo. È stata commerciante e sponsor di profumi e prodotti di bellezza, attrice, scrittrice, grande il suo amore per l'amata mamma Sido e il suo luogo d'infanzia, cui dedicherà bellissime pagine, giornalista di riviste femminili di prim'ordine. 
Ha vissuto una tumultuosa avventura terrena con molteplici relazioni sentimentali. A 39 anni comincia a  perdere l'uso delle gambe. 
Da un appartamento di Palais-Royal, scriverà pagine vibranti sulla quotidianità che lei percepirà ed osserverà dalla sua finestra. Già immobilizzata, diventa uno dei membri de l'Académie Goncourt, leggendo avidamente tutti i romanzi che le vengono proposti. 
Persona intelligente, sofisticata, è stata l'unica letterata ad avere ricevuto funerali di Stato sebbene la chiesa si sia defilata a causa dei suoi comportamenti poco consoni.

In questo lavoro, Duo, Colette parla di tradimento. Un marito assente per lavoro, la moglie incontra il suo socio. I due parlano, hanno tanto in comune, scatta l'infedeltà. Infedeltà che non viene recepita per nulla bene dal marito Michel, quando scopre la tresca, ormai passata e dimenticata, compiuta da Alice. 
Michel scopre tutto grazie ad una cartelletta viola dove Alice ha conservato una lettera dell'amante.
Michel comincia a perdere l'appetito, ad essere freddo e scostante con questa donna che idolatrava. 
Ad Alice quanto fatto con il socio del marito non appare una cosa così tremenda ed invalicabile e vuole rimettere in sesto, il prima possibile, aiutata dalla domestica Maria, il marito, con piatti succulenti. 
Purtroppo però, il romanzo non si chiude bene per niente perché Michel non  riesce a superare il tradimento della moglie, decidendo, infine di gettarsi nel fiume sito accanto alla loro dimora, ingrossato dalla lunga ed estenuante pioggia. C'è da dire che i due si erano rifugiati per stare tranquilli in campagna, in un amato luogo di svago e vacanze.

Lettura veloce, il romanzo fa pensare a quella profondità di sentimenti che spesse volte acceca e non riesce a far vedere obiettivamente la realtà.

Da questo romanzo è stata poi ricavata una piece teatrale.

Buona lettura! 

E grazie Marsilio per il libro!

Anna Maria Polidori 

Prendersi Tutto Io, Aristotele Onassis di Anna Folli


 
Il libro di Anna Folli: Prendersi Tutto Io, Aristotele Onassis,


è di fatto un potentissimo atto d'amore letterario verso questo personaggio. 
C'è una tenerezza, un amore, nella descrizione dell'esistenza di Onassis, che rimane scolpita e fa apparire questo libro una gemma preziosissima ed irrinunciabile.

Il libro non utilizza la tecnica del mero racconto, ma affida ai diversi personaggi che via via Aristotele incontrerà, la narrazione di quel che è stato. Mi è piaciuta molto questa scelta. Suo padre, le fidanzate, le mogli, i figli, i rivali in affari come Niarkos.

Un genio degli affari, quest'uomo. 

Nato a Smirne, in Grecia da una famiglia unitissima che non avrebbe mai voluto che emigrasse (col padre in principio ci furono attriti) il giovane Aristotele arriva a Buenos Aires per fare. 

Capisce che il tabacco può essere un'ottima strada. Poco dopo però ci mette lo zampino la Grecia, che vorrebbe mettere dazi del 100% sul prodotto. 

Questo ragazzo di 25 anni allora partirà dall'Argentina per colloquaire nientemeno che col presidente del Paese e col ministro delle finanze. 

Ricuciti i rapporti con il padre, Aristotele sposa, dopo una lunga relazione e diverse donne importanti per la sua vita, Tina e con lei avrà i suoi due unici figli: Christina e il primogenito Alexander

Una vita, la sua costellata da donne, successi. Come non ricordare, una volta terminato il suo matrimonio con Tina, la lunga relazione mai interrotta manco quando sposò Jackie Kennedy con Maria Callas?

Anzi: la Callas, quando Onassis era ormai gravemente malato all'ospedale, riuscì ad entrare in camera ed a dirgli addio.

Ci furono diverse disgrazie che toccarono l'esistenza di Onassis ma la più grande, sicuramente, fu la perdita dell'amato primogenito che un giorno prese un velivolo privato che si sarebbe schiantato poco dopo. 
Una botta da cui, questo padre distrutto e dilaniato non si sarebbe più ripreso. 

La famiglia Onassis, in particolare Christina, in astio con la Kennedy, puntò il dito contro di lei: «La maledizione dei Kennedy ci sta perseguitando», pensò, disperata. Intanto Aristotele le tentava tutte: non ultima, la possibile conservazione del corpo fintantoché non si fosse trovata una cura in grado di rimediare alle ferite inferte dalla caduta sul cervello del figlio. Onassis dovette però rassegnarsi all'evidenza: il danno riportato a livello cerebrale rendeva qualunque ipotesi di questo tipo, inattuabile. Rassegnato, fece seppellire il figlio nella sua isola privata, Skorpios, che sarebbe diventata mèta di tristi pellegrinaggi da parte di questo padre disperato.

D'altra parte, Onassis, che sempre ha voluto tutti, non sempre ha ricevuto piena accettazione per le sue scelte. La fine del matrimonio con Tina, prima moglie e mamma dei suoi due figli, non è stata ad esempio salutata bene dai ragazzi che si sono fortemente opposti a qualunque scelta fatta poi dal padre. La Callas era definita «la cantante» (sic!) e i ragazzi, in particolare Alexander, vissero per lei un odio così forte, così tremendo da ingenerare spessissimo situazioni imbarazzanti e veri e propri dispetti a discapito dell'amata soprano.

Entrambi greci, Artistotele e Maria parlavano e litigavano utilizzando la loro lingua madre. 

La loro è stata una grande storia d'amore: erano più simili di quello che si potrebbe pensare. Poi, è sopraggiunta Jackie, la vedova di John Kennedy a sparigliare tutto. E proprio quando ormai la meravigliosa voce della Callas non era più quella di una volta. 

Il dolore fu devastante. Jackie, d'altra parte, era una donna determinata, ma mai accettata dai figli di Onassis, che arrivarono a pensare che fosse peggiore della Callas.
Che cosa non piaceva di lei, lo sappiamo. Non era la mamma di Christina e Alexander e questo bastava ed avanzava. 
Onassis dovette fare i conti con la famiglia Kennedy prima di poter sposare Jackie.

Il loro però non fu un matrimonio felice. Cominciò proprio male. Jackie ovviamente, non amava l'armatore greco con lo stesso slancio passionale col quale aveva amato John Kennedy e si mormora, anche il fratello, Bob. Era tutta un'altra storia, questa. 
Onassis la cornificava spesso: la donna cui faceva sempre ritorno era Maria Callas.

Se la vita di Aristotele era così eccitante, quella della figlia Christina era un vero disastro. La ragazza amava profondamente suo padre anche se avrebbe voluto un'esistenza diversa dal solco che Aristotele aveva tracciato per lei. Senza riuscirci, in particolare quando si sposò con Joe Bolker. Christina non era abituata ad uno stile di vita sì bello, ma più modesto. Non eraabituata ad attendere che il marito rientrasse a casa dopo una giornata di lavoro. Il suo status sociale era molto, molto più elevato. Così il matrimonio terminò e la dipendenza dai suoi continuò.

Una biografia che presenta così tante pene, così tanti dolori. Onassis ha raggiunto vette di ricchezza inenarrabili, sebbene abbia pagato, come forse è per tutti noi comuni mortali, prezzi altissimi. 

Resta una figura geniale e di grande carisma.

Mi scuso tantissimo con Neri Pozza per il grande ritardo, il libro mi era stato spedito a fine mazrzo. Diciamo solo che i mesi passati sono stati un pochettino complicati.

Blogger non mi ha fatto caricare la foto della copertina del libro. 



Anna Maria Polidori 







Tuesday, September 09, 2025

Lavender for All Seasons by Paola Legarre

Paola Legarre Is the author of a new and enchanting book by Timber Press called Lavender for 



All Seasons A Gardener’s Guide to Growing and Creating with Lavender Year-Round.


This book is not just «dedicated» to people interested in planting, cultivating tons of lavender, but to all the passionate ones, intrigued by the topic or with the desire of embellishing their homes, with some plants.


Everything started in the San Joaquin Valley, California,  when little Paola understood the power of plants, and their beauty thanks also to the ability of her ancestors and relatives in transmitting this passion.

The contact with nature became part of her. She writes in the foreword: «Experiences of scent, texture, light, and transformation hold on and have the power to lead one to a destiny one never would have imagined or predicted».


Fascinated by lavender, at first Paola planted just 40 plants: then she decided to move on, buying a farm in the high desert at an elevation of 4800 feet. She is cultivating now more than nineteen thousand plants and more than sixty-five cultivars. They have ten acres and six are covered just with lavender.  

They called the farm Sage Creations and this reality is now welcoming visitors. They also hold classes, create a lot of products with lavender. 

This book will help you to find the proper lavender plant based on your climate, but also for the purposes you intend to plant it. 

Then of course you'll understand how to harvest your lavender, discovering also how you can use it in your kitchen, or how you can prepare lavender-crafts or succulent recipes with chocolate and lavender! Honey sounds to be incredibly good and so tasty!

Kenneth Redding, the photographer of this book has done a beautiful work!


Highly recommended book to the appassionate of lavender and nature in general.


Anna Maria Polidori 



Dalle Marche con Amore di Natasha Stefanenko


Dalle Marche con Amore


di Natasha Stefanenko è un libro che dovrete portare con voi se volete visitare le Marche o vorrete saperne di più. Perchè?


Perché è stato scritto con amore, con passione, con conoscenza da parte di una marchigiana d'adozione che, ascoltando suo marito, ha deciso di fare un salto non da poco: passare dalla Milano cosmopolita magari sempre elettrizzante, a una dimensione più vera e sincera quale è quella di Sant'Elpidio a Mare. Le Marche sono capaci di incantare con le  montagne, il mare, le colline e il passato di eccellenza. Ricordiamo solo Rossini, nato a Pesaro,  Raffaello, urbinate e Giacomo Leopardi di Recanati.

Dico la verità: non sono riuscita a ritrovare il file PDF che la casa editrice, la Cairo mi aveva inviato, purtroppo di pessima qualità,  lo scorso luglio, sebbene avessi dato un'occhiata in generale alla struttura della guida e a Urbino, che era la parte che più ci interessava.

Però ogni angolino di questa regione, almeno le città più grandi sono tutte prese in considerazione.

Non saranno, però, solo le città le principali protagoniste di questo testo  ma anche il cibo, i ristoranti, le osterie, la natura, il dialetto. 

Quello della Stefanenko è un viaggio sentimentale: la scoperta di una regione che l'ha abbracciata e che lei ha abbracciato apprezzandone ogni aspetto. 

Imperdibile!



Anna Maria Polidori 







Paris on Foot by John Baxter

 It's always a joy to receive a PDF of a new guide book from Museyon Books.

And, what an enchantment when this book is written by John Baxter and the theme is Paris.

The latest work by this creative, attentive author in grade to penetrate the real essence of Paris is: Paris on Foot.



Well, it is so true that a capital can't be visited by car or bus, but that it is indispensible to walk per miles and miles for discovering gems here and there.


Although it can appear tiring, it is the best way for a best understanding of the beauty of a city.


Why not, once in Paris, walking alone all along the city, meeting the real capital? It's a great suggestion, this one by Baxter. 

 

There is also, add Baxter, a special word for these walks: they are called flaneries. Which ones would you want to attend to Paris? Which ones will inspire you?


These walks are all captivating. 


You afford to Paris and you cannot think to skip the thematic: food.  La Cremerie Polidor, for example must be visited. There, you can eat at a cheap price, remembering that you'll find maybe close to you some students of La Sorbonne, still pretty pennieless people, but also people of culture (not all the time plenty of money, but for sure in search of good food at a cheap price): why, then, not visiting the Palais Royale where Colette lived at long and wrote, when unfortunately she couldn't walk anymore wagons of tales observing people from the window of her flat? 

The studio of Pablo Picasso should be another important place to see but also the ones where in the 1920's most of the fertile intellectual life took place: the site where there was La Maison des Amis des Livres created by Le Monnier, the companion of Sylvia Beach and  the site of Shakespeare and Company, founded by Sylvia Beach: another place could be Monnier's apartment.

Another walk involves Montmartre. Some suggestions? The Musée de Montmartre but also the espace Montmartre-Salvador Dalì, Hastings & Modigliani Apartment, the apartment where lived Van Gogh when stayed in Paris in company of Theo, his brother who was the owner of an art gallery, the cemetery of Montmartre. If you are a fan of some of these creatives, you will be so happy to visit their graves: there is Stendhal, Léo Delibes, Degas, Francois Truffaut, Niijinsky famous and unlucky dancer, Dalida, Emile Zola, Marie Duplessis, Alexandre Dumas, son. You can't avoid of course the Basilica of Sacré-Coeur.

Oh, and if you plan to buy some souvenirs or you send frequently postcards wherever you are, (it would be a great thing to do!), stops by at rue de Steinkerque: there you'll find everything for your friends and dear ones.


But Montmartree is not just that: and in chapter 3, we meet the boulevards. 

Of course you can't miss the Moulin Rouge, the most iconic local, but you will discover sites, absolutely eccentric, and wonderfully suggestive.

The Site of Le Rat Mort has its own original story, like also the sites of Cabaret L'Enfer et Cabaret du Ciel. Le Musée de la Vie Romantique will let you understand who George Sand was, and dont miss to visit the Serge Gainsbourg birth place. 


Chapter 4 is about fashion. Le maison Baccarat, the offices of Christian Dior and La Galéerie Dior the most remarkable sites.


The Luxenbourg Gardens: if you love Nicolas Barreau and his romantic books, you'll know that this one is one of his favorite locations.

What to see? The apartments of Hemingway, Francis Scott Fitzgerald and Murphy , the monument to Paul Verlaine, and the one at Frédéric Chopin, the Medici Fountain and the statue of a Faune Dancing and the one of George Sand.

It's a beautiful and inspiring place for sure!

From the Opera to the Louvre offers some great chances: a visit to the museum most iconic of Paris, but also a visit to the Opera Garnier, for a show or just a touristic guide: if you love Turgenev, in this  section of the city there is his apartment like also the one of Camillo Pissarro. 

In the next chapter, the Left Bank you can visit, just some examples, L'Ecole des Beaux-Art, Anatole France's apartment, the studio of Eugene Delacroix and Camille Corot, like also the one of Voltaire! But you must visit absolutely the Musée d'Orsay, where there are paintings of Monet.


Montparnasse is a site dedicated to the eating: La Coupole, La Rotonde, Dingo Bar, La Closerie des Lilac. 

A chapter includes also the Nazi occupation. During these walks you must also visit Notre-Dame.

A chapter is dedicated to Paris in revolt, so describing the sites of Saint-Germain.

The final one treats that Paris populated by single women.

So, why not to visit the house where lived Gertrude Stein and her companion Alice B.Toklas? If we read Hemingway, if we watch Picasso's paintings, it's because of that influential woman and her companion.

Another important place the one where lived Isadora Duncan, dancer and coreographer and Josephine Baker's place.


What a trip! 


I thank again Museyon Books for this beautifu, informative PDF that you must absolutely bring with you when in Paris for living the city with more knowledge and appreciation. 

Beautiful for sure! Highly recommended.

Anna Maria Polidori