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Saturday, October 18, 2025

Reykjavik di Ragnar Jonasson e Katrin Jakobsdottir tradotto da Irene Gandolfi

 Un libro dal fascino ipnotico, ammaliante: stupendo. Un cold case di sicuro interesse questo creato da Ragnar Jonasson e Katrin Jakobsdottir, dal titolo: Reykjavik,

edito da Marsilio.

Mi sono sempre interessata alle scomparse e ai cold case.

Così, quando ho visto tra le proposte di Marsilio questo giallo, l'ho subito richiesto e devo dire che mi è piaciuto moltissimo. Cattura il lettore, e lo fa con intelligenza. I dialoghi sono ben bilanciati con la narrazione degli eventi, con le descrizioni paesaggistiche o dei personaggi.

È un libro concepito durante la pandemia, scrivono gli autori. Stessa età, uno di questi, la signora Jakobsdottir è stata primo ministro islandese dal 2017 al 2024: Ragnar invece è uno scrittore di gialli e traduttore di Agatha Christie in Islanda. 

Siamo nel 1956, quando una ragazza di 15 anni Lara, che ha deciso di fare un'esperienza di lavoro presso una buona famiglia che ha acquistato una bella casa a Videy, un'isola a una manciata di minuti dalla capitale, scompare nel nulla. I genitori si dicono disperati e pensano che ci sia sotto qualcosa: la loro figlia è solare, allegra, non se ne andrebbe così. Responsabile e matura, non sarebbero da lei questi colpi di testa.


Responsabile delle indagini è Kristjan un poliziotto che si reca sull'isola, interroga i due coniugi, Ottar, il marito e Olof, la moglie, senza ricavarne nulla, e non solo: viene pesantemente redarguito da un superiore perché ha disturbato quelle personcine così carine. 
Kristjan è all'inizio della sua carriera, decide di allentare la morsa. La ragazza probabilmente sarà scappata via e tornerà a casa. Meglio non avere rogne.
Ma non è così.
Passano tre decenni e il caso di Lara resta ancora un mistero. Sarà fuggita? Sarà stata rapita e poi uccisa? 
Mah! 
Mentre Kristjan comincia a sentire il peso dell'indagine condotta male, un giovane giornalista, Valur, nel 1986, anno dello storico incontro tra Reagan e Gorbaciov nella piccola capitale islandese e dei duecento anni dalla fondazione della capitale, riprende in mano il caso. Lo fa con grande professionalità cercando ovunque nuove testimonianze e, per la prima volta, ricevendo un'imbeccata non da poco. 
È certo che finalmente possa svelare che fine abbia fatto la ragazza. Ne è entusiasta. Questo caso lo prende molto. 

A metà libro succede qualcosa di fragoroso, che rompe l'equilibrio cui ci avevano abituato gli autori, rendendoci lettori spiazzatie posso ammetterlo? Risentiti!

Ci riprendiamo. Dobbiamo farlo. Finalmente la giustizia trionferà, sebbene il prezzo pagato sarà stato altissimo. 

Possiamo solo scrivere per non spoilerare troppo  che, possono germogliare nuove prospettive anche grazie a dolori profondissimi ed acuti: questi possono far conoscere ancor meglio la direzione che prenderà la vita.


Un'altra tematica affrontata riguarda i segreti mantenuti per decenni, capaci di cambiare per sempre le esistenze delle persone.

Un  giallo da leggere anche per capire come fosse l'Islanda prima della fine del Comunismo, di fatto un ordine mondiale che avrebbe lasciato il passo alla globalizzazione.

Anna Maria Polidori






Wednesday, October 15, 2025

Duo di Colette a cura di Paolo Vettori

 Marsilio ha di recente pubblicato un libro su Colette: Duo


a cura di Paolo Vettore con un'introduzione di Mariolina Bertini e con testo a fronte. 

È forse il lavoro più duro di questa autrice multiforme. 
Nata in Borgogna alla fine del 1800, trapiantatasi a Parigi, Colette è stata di certo la prima influencer del mondo. È stata commerciante e sponsor di profumi e prodotti di bellezza, attrice, scrittrice, grande il suo amore per l'amata mamma Sido e il suo luogo d'infanzia, cui dedicherà bellissime pagine, giornalista di riviste femminili di prim'ordine. 
Ha vissuto una tumultuosa avventura terrena con molteplici relazioni sentimentali. A 39 anni comincia a  perdere l'uso delle gambe. 
Da un appartamento di Palais-Royal, scriverà pagine vibranti sulla quotidianità che lei percepirà ed osserverà dalla sua finestra. Già immobilizzata, diventa uno dei membri de l'Académie Goncourt, leggendo avidamente tutti i romanzi che le vengono proposti. 
Persona intelligente, sofisticata, è stata l'unica letterata ad avere ricevuto funerali di Stato sebbene la chiesa si sia defilata a causa dei suoi comportamenti poco consoni.

In questo lavoro, Duo, Colette parla di tradimento. Un marito assente per lavoro, la moglie incontra il suo socio. I due parlano, hanno tanto in comune, scatta l'infedeltà. Infedeltà che non viene recepita per nulla bene dal marito Michel, quando scopre la tresca, ormai passata e dimenticata, compiuta da Alice. 
Michel scopre tutto grazie ad una cartelletta viola dove Alice ha conservato una lettera dell'amante.
Michel comincia a perdere l'appetito, ad essere freddo e scostante con questa donna che idolatrava. 
Ad Alice quanto fatto con il socio del marito non appare una cosa così tremenda ed invalicabile e vuole rimettere in sesto, il prima possibile, aiutata dalla domestica Maria, il marito, con piatti succulenti. 
Purtroppo però, il romanzo non si chiude bene per niente perché Michel non  riesce a superare il tradimento della moglie, decidendo, infine di gettarsi nel fiume sito accanto alla loro dimora, ingrossato dalla lunga ed estenuante pioggia. C'è da dire che i due si erano rifugiati per stare tranquilli in campagna, in un amato luogo di svago e vacanze.

Lettura veloce, il romanzo fa pensare a quella profondità di sentimenti che spesse volte acceca e non riesce a far vedere obiettivamente la realtà.

Da questo romanzo è stata poi ricavata una piece teatrale.

Buona lettura! 

E grazie Marsilio per il libro!

Anna Maria Polidori 

Prendersi Tutto Io, Aristotele Onassis di Anna Folli


 
Il libro di Anna Folli: Prendersi Tutto Io, Aristotele Onassis,


è di fatto un potentissimo atto d'amore letterario verso questo personaggio. 
C'è una tenerezza, un amore, nella descrizione dell'esistenza di Onassis, che rimane scolpita e fa apparire questo libro una gemma preziosissima ed irrinunciabile.

Il libro non utilizza la tecnica del mero racconto, ma affida ai diversi personaggi che via via Aristotele incontrerà, la narrazione di quel che è stato. Mi è piaciuta molto questa scelta. Suo padre, le fidanzate, le mogli, i figli, i rivali in affari come Niarkos.

Un genio degli affari, quest'uomo. 

Nato a Smirne, in Grecia da una famiglia unitissima che non avrebbe mai voluto che emigrasse (col padre in principio ci furono attriti) il giovane Aristotele arriva a Buenos Aires per fare. 

Capisce che il tabacco può essere un'ottima strada. Poco dopo però ci mette lo zampino la Grecia, che vorrebbe mettere dazi del 100% sul prodotto. 

Questo ragazzo di 25 anni allora partirà dall'Argentina per colloquaire nientemeno che col presidente del Paese e col ministro delle finanze. 

Ricuciti i rapporti con il padre, Aristotele sposa, dopo una lunga relazione e diverse donne importanti per la sua vita, Tina e con lei avrà i suoi due unici figli: Christina e il primogenito Alexander

Una vita, la sua costellata da donne, successi. Come non ricordare, una volta terminato il suo matrimonio con Tina, la lunga relazione mai interrotta manco quando sposò Jackie Kennedy con Maria Callas?

Anzi: la Callas, quando Onassis era ormai gravemente malato all'ospedale, riuscì ad entrare in camera ed a dirgli addio.

Ci furono diverse disgrazie che toccarono l'esistenza di Onassis ma la più grande, sicuramente, fu la perdita dell'amato primogenito che un giorno prese un velivolo privato che si sarebbe schiantato poco dopo. 
Una botta da cui, questo padre distrutto e dilaniato non si sarebbe più ripreso. 

La famiglia Onassis, in particolare Christina, in astio con la Kennedy, puntò il dito contro di lei: «La maledizione dei Kennedy ci sta perseguitando», pensò, disperata. Intanto Aristotele le tentava tutte: non ultima, la possibile conservazione del corpo fintantoché non si fosse trovata una cura in grado di rimediare alle ferite inferte dalla caduta sul cervello del figlio. Onassis dovette però rassegnarsi all'evidenza: il danno riportato a livello cerebrale rendeva qualunque ipotesi di questo tipo, inattuabile. Rassegnato, fece seppellire il figlio nella sua isola privata, Skorpios, che sarebbe diventata mèta di tristi pellegrinaggi da parte di questo padre disperato.

D'altra parte, Onassis, che sempre ha voluto tutti, non sempre ha ricevuto piena accettazione per le sue scelte. La fine del matrimonio con Tina, prima moglie e mamma dei suoi due figli, non è stata ad esempio salutata bene dai ragazzi che si sono fortemente opposti a qualunque scelta fatta poi dal padre. La Callas era definita «la cantante» (sic!) e i ragazzi, in particolare Alexander, vissero per lei un odio così forte, così tremendo da ingenerare spessissimo situazioni imbarazzanti e veri e propri dispetti a discapito dell'amata soprano.

Entrambi greci, Artistotele e Maria parlavano e litigavano utilizzando la loro lingua madre. 

La loro è stata una grande storia d'amore: erano più simili di quello che si potrebbe pensare. Poi, è sopraggiunta Jackie, la vedova di John Kennedy a sparigliare tutto. E proprio quando ormai la meravigliosa voce della Callas non era più quella di una volta. 

Il dolore fu devastante. Jackie, d'altra parte, era una donna determinata, ma mai accettata dai figli di Onassis, che arrivarono a pensare che fosse peggiore della Callas.
Che cosa non piaceva di lei, lo sappiamo. Non era la mamma di Christina e Alexander e questo bastava ed avanzava. 
Onassis dovette fare i conti con la famiglia Kennedy prima di poter sposare Jackie.

Il loro però non fu un matrimonio felice. Cominciò proprio male. Jackie ovviamente, non amava l'armatore greco con lo stesso slancio passionale col quale aveva amato John Kennedy e si mormora, anche il fratello, Bob. Era tutta un'altra storia, questa. 
Onassis la cornificava spesso: la donna cui faceva sempre ritorno era Maria Callas.

Se la vita di Aristotele era così eccitante, quella della figlia Christina era un vero disastro. La ragazza amava profondamente suo padre anche se avrebbe voluto un'esistenza diversa dal solco che Aristotele aveva tracciato per lei. Senza riuscirci, in particolare quando si sposò con Joe Bolker. Christina non era abituata ad uno stile di vita sì bello, ma più modesto. Non eraabituata ad attendere che il marito rientrasse a casa dopo una giornata di lavoro. Il suo status sociale era molto, molto più elevato. Così il matrimonio terminò e la dipendenza dai suoi continuò.

Una biografia che presenta così tante pene, così tanti dolori. Onassis ha raggiunto vette di ricchezza inenarrabili, sebbene abbia pagato, come forse è per tutti noi comuni mortali, prezzi altissimi. 

Resta una figura geniale e di grande carisma.

Mi scuso tantissimo con Neri Pozza per il grande ritardo, il libro mi era stato spedito a fine mazrzo. Diciamo solo che i mesi passati sono stati un pochettino complicati.

Blogger non mi ha fatto caricare la foto della copertina del libro. 



Anna Maria Polidori