Perché leggere Il Viaggiatore Incantato
di Nikolaj Leskov?
Perché ci permette di rimmergerci nella conversazione e soprattutto, nell'ascolto di un'esistenza.
Difficilmente, al giorno d'oggi, sarebbe possibile conoscere CHI è l'altro. Quando prendiamo un treno, quando siamo seduti in una qualsiasi sala d'attesa, ben difficilmente ci isoliamo con un libro, ma bensì con un'estensione del nostro corpo, lo smartphone, che ci fagocita nel nostro universo virtuale, così da lasciare fuori tutto e tutti. Un oggetto a tal punto immersivo che nel giro di pochi secondi farà dimenticare asprezze e delusioni, restituendoci gioia.
Sì, ma....Di fronte a noi ci sono persone, con tante storie che sarebbe interessante conoscere talvolta.
Devono aver pensato questo i viaggiatori di questo battello sul lago Ladoga dove ha luogo la storia narrata.
La trama è presto detta: mentre sono in viaggio diverse persone iniziano a conversare del più e del meno, e, se avrete letto un libro russo, saprete di certo che i ragionamenti di questa gente non sono mai superficiali, banali o scontati, quando un altro signore prende posto accanto a loro, ascoltando, attento. Si chiama Ivan Sver'janyc Fjagin e è diventato frate.
Glielo avevano predetto, sì, che sarebbe diventato un servo di Dio e questo quando, molto giovane, si macchiò di un delitto. Chi venne ucciso si rifece vivo in sogno dicendogli quello che, poi dopo, sarebbe stato il suo destino.
Il nostro uomo si intrufola in questa conversazione, quando viene menzionato il suicidio, che è sempre tematica controversa e che incontreremo tante volte nel libro nelle sue più diversificate sembianze.
Da lì, e sempre spronato dagli altri viaggiatori del battello, a poco a poco quest'uomo narrerà tutta la sua esistenza. Lo farà in forma narrativa colloquiale, pungolato dalle domande degli altri viaggiatori, ormai molto più intenzionati a conoscere i suoi fatti che non a condividere i loro: quest'uomo, pare vogliano dirci, fa la differenza.
Il nostro protagonista ha allevato perfino un bimbo piccino per un anno, ma soprattutto ha ammaestrato, accudito ed amato tanti cavalli! Ne ha passate come vedrete, di cotte e di crude, ha aiutato una donna ad uccidersi, spingendola da una rupe, ha dovuto lottare contro il Diavolo ma anche contro i diavoletti, una volta entrato in convento! Sono tutte storie carine, crude, forti, di lotta personale, spesso, intima. Sebbene non sia ancora anziano, Fljagin ha visto tanto mondo ed ha conosciuto tanta gente, di tutte le estrazioni sociali, e soprattutto, di tutti i tipi: bella gente e gente malfamata, riempiendo le pagine di personaggi che resteranno nella memoria del lettore: ma, prima di tutti, ci rimarrà lui!
Leskov fa piombare il lettore nella "russicità più schietta e pura, quella popolare che a Nikolaj piaceva così tanto.
Questo libro, pubblicato da Neri Pozza rilancia giustamente un autore che è stato poco conosciuto in passato, ma che merita maggior attenzione, perché è un grande affabulatore!
Sentitamente raccomandato! Fatemi sapere che cosa ne pensate!
Anna Maria Polidori